GIOCO

Legge antislot, è già incubo ricorsi

La lobby degli esercenti pronta ad andare dal giudice. E Peterlana (Fiepe) protesta: a chi ha investito siano date alternative


di Luca Marognoli


TRENTO. Appena concepita, la legge antislot finisce subito nel mirino. Un fuoco incrociato che coinvolge soggetti diversi con in prima fila la lobby dei gestori, minacciata di estinzione nell’arco di 5 anni, ma anche la categoria degli esercenti, che pur avendo aderito all’Alleanza contro il gioco d’azzardo patologico, protesta per la contraddittorietà di un ente pubblico che prima rilascia le licenze e poi ne fa carta straccia.

I titolari delle sale giochi e degli esercizi pubblici che le ospitano sono già pronti a una lotta a colpi di ricorsi (si legga intervista a lato). I profili giuridici invocati riguardano la presunta distorsione della concorrenza e del diritto di libera impresa, la retroattività della norma che danneggerebbe realtà che hanno aperto in virtù di legittime concessioni, la regolamentazione diversa (statale) che disciplina le Vlt, le videolottery, una categoria di macchine che permettono di giocare cifre più alte, e la presunta indeterminatezza dei luoghi sensibili.

Fioccano le critiche anche da Confesercenti, per voce del vicepresidente Massimiliano Peterlana che è anche a capo della Fiepet pubblici esercizi. «Abbiamo appoggiato una campagna di sensibilizzazione verso la ludopatia e su questo rimaniamo fermi. Nel merito siamo tutti d'accordo che le slot portano ad essere dipendenti, come siamo d'accordo che due pacchetti di sigarette ti fanno venire il cancro ai polmoni e muori. Non siamo d'accordo che lo Stato promuova questo business, ci guadagni e faccia pubblicità con i nostri soldi e dall'altra parte me lo vieti. Sono arrabbiato per questo. Si è capito che i costi di gestione dei malati di ludopatia sono maggiori del guadagno: il gioco non vale più la candela. Ma è stato fatto pochissimo per la sensibilizzazione e bisognava pensarci prima di rilasciare un sacco di licenze». Peterlana chiede che «chi ha fatto investimenti e assunzioni debba essere traghettato in altri settori». Fiepet si era infine battuta perché lo sgravio Irap per chi toglieva le slot fosse garantito anche a chi non le ha mai avute: «Di questo non si è mai discusso ed è inaccettabile».













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