Lega Nord, niente simbolo niente apparentamento

Borgo, Segnana spiega il no a Dalledonne: «Inaccettabile trasformarci in civica» Fugatti: «No ad accordi sottobanco». E non danno indicazioni di voto agli elettori


di Luigi Carretta


BORGO. Niente apparentamento tra lega Nord e sindaco Dalledonne in vista del ballottaggio di domenica prossima a Borgo. La notizia l'aveva data coalizione che appoggia la candidatura a sindaco di Dalledonne al termine degli incontri tra lo stesso sindaco uscente, il probabile futuro vicesindaco Enrico Galvan ed Emanuele Deanesi da una parte e la candidata a sindaco per la Lega Nord Stefania Segnana dall’altra, che alle elezioni si è portata a casa poco più del 10% dei voti, 363 preferenze pesanti.

«Alle elezioni avremmo appoggiato volentieri Dalledonne - esordisce Segnana - ma le altre due liste civiche che lo sostenevano avevano proposto alla Lega Nord di presentarsi come lista civica e senza simbolo, una condizione per noi inaccettabile». Ragione per cui, continua la rappresentante della Lega, «avevamo stretto degli accordi verbali con Dalledonne ed Enrico Galvan a cui erano presenti anche il consigliere provinciale Fugatti e Paccher per fare un apparentamento per il ballottaggio». Un accordo sulla parola, ma nulla di scritto tanto che ancora ad inizio settimana l’apparentamento sembrava cosa fatta, salvo un ripensamento ulteriore mercoledì scorso, quando le cose sono cambiate. «Ci hanno offerto di tutto, tra cui la presidenza del consiglio comunale, ma la condizione era sempre la rinuncia all’uso del nostro simbolo», continua ancora Segnana. Dalledonne, nei giorni scorsi aveva spiegato che un apparentamento con la Lega avrebbe comportato la perdita di un consigliere e di un assessore per le liste che lo sostengono e un impoverimento della rappresentanza delle due liste civiche che lo hanno sostenuto negli ultimi sei anni e nelle attuale campagna elettorale. «Dalledonne ci ha anche detto, stante il carico di lavoro previsto per gli assessorati in un Comune come Borgo, che avrebbe eventualmente richiesto un 5° assessorato da dare proprio ala Lega, ma rimaneva la condizione di rinunciare al simbolo». Tra le proposte avanzate anche la carica di vicesindaco, «ma che però noi non abbiamo mai richiesto. Ci è stata offerta come le altre cariche, ma sempre alle stesse condizioni, per noi inaccettabili».

Altrettanto chiaro Paccher: «Dalledonne ne ha fatto esclusivamente una questione di “careghe” e non voleva perdere consiglieri e assessorati». «Noi non facciamo accordi sottobanco», gli fa eco Fugatti tagliando corto. E la Lega Nord è altrettanto unita nel difendere Enzo Erminio Boso, che in questi anni in consiglio a Borgo è stato all’opposizione, sia pure con un lungo periodo di assenza per motivi di salute. Sottolinea, infatti, Paccher che «è stato detto che le dichiarazioni di Boso sono state dirompenti e che non doveva parlare per la Lega Nord, tuttavia sottolineiamo tutti che la Lega si riconosce in Enzo Boso e come rappresentante del partito può esprimersi pubblicamente per esso». «Il veto posto al simbolo della Lega Nord è probabilmente costato a Dalledonne l’elezione al primo turno», è poi l’analisi veloce, ma non lontana dal vero di Paccher. Ora il partito non dà suggerimenti di voto ai propri iscritti e simpatizzanti, lasciandoli liberi di scegliere. «La Lega Nord e i suoi elettori non sono certo gente di sinistra», come precisa Fugatti, ma bisognerà vedere innanzitutto se i 363 votanti leghisti domenica prossima andranno a votare o se sceglieranno semplicemente di rimanere a casa.













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