Le «mani libere» dei fassani della Ual  

Detomas non si ricandiderà per agevolare il ricambio e auspica la candidatura di un giovane



TRENTO. E il centrosinistra perde un petalo. Un pezzetto, ma è pur sempre un segnale. Beppe Detomas contemporaneamente ha deciso di non ricandidarsi più e ha anche spiegato che la sua Ual non parteciperà più agli incontri di coalizione. In molti ci hanno visto un segnale d’allarme, una crepa nella coalizione. Detomas spiega che non è così: «L’Ual non partecipa agli incontri per la futura coalizione, ma solo perché il nostro è un partito di raccolta. Siamo sempre stati nel centrosinistra, ma il nostro scopo è quello di rappresentare la nostra gente. Ed è per questo che, in questa fase, abbiamo deciso di non partecipare alle riunioni di coalizione». Detomas, quindi, nega che la Ual abbia già scelto di non far parte del centrosinistra autonomista. Ma la sensazione è che, comunque, il partito ladini, abbia deciso di tenersi le mani libere in vista delle elezioni di ottobre. La situazione, anche a livello nazionale, è molto fluida e per un partito dib raccolta potrebbe essere utile la strategia blockfrei che era stata adottata anche dalla Svp. Mani libere e attenzione a chi concede di più. Così la Ual non ci sarù alle riunioni di maggioranza, già a partire da quella del 15. Detomas, finora, aveva partecipato alle riunioni. Durante la prima aveva difeso Ugo Rossi, mentre alla seconda era apparso più freddo nei confronti della candidatura del presidente uscente.

Adesso, però, ha deciso di non presentarsi più e, quindi, il partito deve anche costruire una nuova leadership. Su chi prenderà il testimone, Detomas non si sbilancia: «Non so. Spero, però, che non ci sia più il limite dei due mandati consecutivi. Il nostro è un partito di raccolta di una comunità piccola, quindi, se si riesce a trovare una persona di valore è bene tenersela stretta. Noi l’ultima volta abbiamo raggiunto la maggioranza assoluta, nonostante alle politiche il centrodestra stravinca nelle nostre zone. Questo vuol dire che la Ual ha una leadership riconosciuta ed è molto apprezzata. Adesso bisogna darsi da fare per trovare un giovane che possa proseguire il lavoro. Per questo dico che non dovrebbe esserci più il limite dei mandati e già che ci siamo che venga ridotto anche il contributo al partito. Io da consigliere do 22 mila euro all’anno alla Ual. E poi dicono che con la politica ci si arricchisce».













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