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Lavori utili per chi sporca la città

La proposta della commissione ambiente del Comune interessa le scritte sui muri e i bisogni fatti per strada


di Luca Marognoli


TRENTO. Multe più salate per chi scrive sui muri degli edifici e fa i bisogni sulle strade comunali. La possibilità di sostituire la sanzione pecuniaria con ore di lavoro investite nel rimediare ai danni, con pennello e scopa alla mano. Azioni mirate a sensibilizzare i cittadini verso il decoro urbano.

Le modifiche per migliorare il regolamento di polizia urbana che la commissione ambiente di Palazzo Thun sta discutendo verranno raccolte in un documento, ancora in fase di perfezionamento, che prenderà la forma dell’ordine del giorno. L’obiettivo è di incentivare il senso civico, sensibilizzare all’igiene urbana e prevenire il degrado - spiega il presidente della commissione, Gianni Festini Brosa - agendo in modo da rendere veramente efficaci le sanzioni. Il lavoro della commissione è partito dalla constatazione che esistono comportamenti incivili che le multe non riescono ad arginare, sia perché la loro entità è inadeguata a svolgere una funzione dissuasiva sia perché spesso non vengono pagate dai destinatari. «L'opzione è di sostituirle con ore di attività socialmente utili e per questo vorremmo coinvolgere la commissione politiche sociali», aggiunge Festini Brosa.

Ma vediamo i singoli ambiti sui quali l’ordine del giorno punta ad incidere.

Scritte sui muri o sui mezzi di trasporto. La commissione chiede di aumentare le sanzioni previste sia nel minimo che nel massimo applicabile, «anche in considerazione del valore dell’immobile danneggiato e del costo della riparazione o restauro, per rendere le stesse più incisive nel prevenire il ripetersi di tali azioni». L’effetto delle misure è quindi di deterrente.

Non solo: si vuole accelerare i tempi di ripristino e pulizia degli edifici, «anche con l’intervento attivo da parte dei privati», pena una «sanzione aggiuntiva per chi lasci l’edificio in condizioni degradate senza richiedere l’intervento del Comune». L’amministrazione inoltre - recita la bozza - può «riconsiderare l’entità della sanzione», sulla base «dell’entità del danno, del valore dell’immobile danneggiato e della qualità del ripristino ottenuta dal trasgressore».

Bisogni all’aperto. Anche per gli incivili che usano la città come un gabinetto viene chiesto un aumento delle sanzioni, a scopo preventivo e quando ricorrano le aggravanti del comportamento molesto o di «comprovata reiterazione» dell’azione vietata.

Sanzioni sostitutive. La proposta è di sottoporre alla commissione politiche sociali un progetto che preveda la possibilità, per i trasgressori, di commutare le sanzioni pecuniarie «in giornate da dedicare ad attività socialmente utili», preferibilmente destinate a porre rimedio ai danni e ipotizzando un valore di questa attività pari a 10 euro l’ora.

Sensibilizzazione. Infine la prevenzione, da conseguire attraverso un «programma di sensibilizzazione e formazione», utilizzando anche gli organi di stampa dell’amministrazione comunale.

Elemosina stralciata. Il documento presentato ieri in commissione da Festini Brosa puntava ad intervenire anche sull’elemosina, ma dopo un dibattito interno si è deciso di stralciarlo, anche per non mettere sullo stesso piano i mendicanti soggetti a racket con quelli spinti solo dal bisogno.

Il divieto attualmente riguarda fiere e mercati e luoghi antistanti a edifici pubblici, ospedali, scuole, case di cura, luoghi di culto o destinati alla memoria dei defunti. La proposta era di allargarlo a tutto il territorio del centro storico, ai pressi di stazioni ferroviarie, autobus, fermate del trasporto pubblico, sedi istituzionali e delle forze dell’ordine, banche, cinema, attività commerciali e artigianali, tutte le piazze, i parchi e i giardini pubblici. Si chiedeva anche di prevedere «l’intera confisca dei proventi», devolvendoli a pubblica utilità, nelle situazioni «con provato atteggiamento molesto». L’argomento sarà oggetto di una trattazione separata.

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