LaVis-Cooperazione è ormai scontro frontale

Spuntano voci sulla richiesta di concordato preventivo da parte della cantina L’ira dell’ad Zanoni: «Notizie per danneggiarci, non siamo sull’orlo del tracollo»


di Luca Marognoli


TRENTO. Ormai è scontro aperto fra Cooperazione e LaVis. Ieri ha iniziato a girare una voce che ha reso ancor più evidente il braccio di ferro che vede da una parte il colosso di via Segantini e dall’altra una cantina che esce da due anni passati sulle montagne russe di una crisi interna ed esterna. Le parole che sono sembrate benzina sul fuoco sono due: concordato preventivo.

Abbiamo chiesto se si sia arrivati davvero a questo punto all’amministratore delegato Marco Zanoni, che per due anni è stato il commissario straordinario che la Provincia ha voluto ai vertici della storica cantina.

Avete chiesto il concordato preventivo?

«Sono amareggiato nel vedere che si abbandona lo stato di diritto e si arriva a dei livelli dei quali non vorrei nemmeno discutere».

Ovvero?

«Per analisi fatte dalla Cooperazione la cantina LaVis sarebbe sull’orlo di un tracollo. Ma non è così e siamo pronti a dimostrarlo e a tutelarci in ogni sede».

Ma non siete voi a doverlo chiedere, un eventuale concordato?

«Certo. La vicenda comunque è nota. A suo tempo le varie relazioni fatte dalla Federazione hanno parlato di una serie di irregolarità e chiesto il commissariamento».

Ai tempi del famoso piano Pedron che prevedeva la vendita di Casa Girelli e Cesarini Sforza a Cavit e la vendita del settore delle mele a Mezzacorona.

«Esatto. Su mandato della Provincia, nominato commissario, ho portato avanti un piano triennale di rilancio che ho scritto, disegnato e fatto approvare da Provincia e Cooperazione. Per due anni sono state fatte relazioni positive. Nel frattempo ci siamo tirati su. Stiamo portando a casa risultati importanti di fatturato, di marginalità, di abbassamento del debito. I sacrifici sono stati molti. Ma a detta degli stessi revisori è stato un miracolo».

E allora il concordato preventivo da dove arriva?

«Alla fine del periodo di commissariamento e a bilanci chiusi di tutte le società, spunta una relazione nella quale si smentisce tutto quello che s’era detto precedentemente, incluse le operazioni concordate e ritenute necessarie. Siamo stati sotto tutela per due anni - incalza Zanoni - e ora mi si dice che ciò che abbiamo fatto non va più bene. Noi abbiamo contestato alla Provincia che la relazione fosse fatta dalla stessa Cooperazione. E non abbiamo nemmeno avuto la possibilità di produrre documenti. La nostra cooperativa si sta risollevando. Ma ci dicono che facciamo fatturato e non margine. Abbiamo sempre portato avanti un ragionamento di sistema. E ora si fanno girare voci che ci danneggiano a dir poco».

Secondo lei si tratta di un attacco frontale della Cooperazione, che vuole essere controllore e controllata?

«Noi abbiamo più di 200 dipendenti. Stiamo tentando di tutelare i lavoratori. E il 75% dei nostri lavoratori s’è autoridotto lo stipendio per riuscire ad andare avanti. E’ stato enorme anche lo sforzo dei soci. Mi chiedo come possano uscire ora queste notizie».

E cosa si risponde?

«Non voglio pensar male. Non posso che ribadire che i numeri li abbiamo già contestati alla Federazione. Noi siamo disponibili a valutare qualsiasi tipo di proposta scritta e firmata. Ma a patto che si salvaguardino la dignità dei soci e dei lavoratori».













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