Lavis, cani al guinzaglio su tutto il lungo Avisio

Il Comune ha recepito (con 3 anni di ritardo) una direttiva ministeriale Polemica accesa tra gli animalisti del web che se la prendono con gli incivili


di Daniele Erler


LAVIS. I cani sulla passeggiata lavisana dell’Avisio dovranno essere tenuti al guinzaglio, su entrambi i lati rispetto all’ingresso davanti alla casa di riposo. È l’effetto di un’ordinanza del Ministero della salute. Di per sé la novità per Lavis non è quindi niente più che un tentativo di ripristinare la legalità, rispetto ad un provvedimento adottato negli anni scorsi che non rispetta le direttive nazionali. Infatti l’amministrazione guidata dall’allora sindaco di Lavis Graziano Pellegrini aveva deciso di dividere in due parti la passeggiata sul greto del torrente. Da una parte (verso il ponte di ferro) è obbligatorio tenere i cani al guinzaglio; dall’altra (verso il biotopo, dopo il ponte di San Giovanni e la statale) i cani possono essere lasciati liberi. Peccato che questa regolamentazione sia in contraddizione con quanto definito dal ministero della Salute con un’ordinanza pubblicata per la prima volta nel 2013, e poi prorogata la scorsa estate. In sintesi, i cani nelle aree pubbliche devono sempre essere tenuti al guinzaglio (non superiore a un metro e mezzo), tranne che nelle “aree cani” (recintate) dove l’animale può essere lasciato libero. Quindi anche l’Avisio non può fare eccezione.

La comunicazione ufficiale è arrivata dall’assessore all’ambiente e alla vivibilità Franco Castellan, in un incontro con i proprietari dei cani (una cinquantina quelli presenti). Eppure proprio l’area sull’Avisio è oggi uno dei posti migliori a Lavis per chi vuole passeggiare col cane. Un luogo dove gli animali possono fare il bagno; correre; conoscersi e giocare. Un piccolo paradiso. Ed è per questo che la notizia ha suscitato sin da subito una serie di proteste sul web; non ragionando magari sul fatto che in tutto questo il Comune di Lavis è mero esecutore di un’ordinanza superiore, seppure impopolare fra gli amanti degli animali. Un provvedimento la cui logica sta nella «tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani» (così come diceva l’ordinanza del 2013, ora prorogata), e quindi non – come sostiene invece qualcuno nella discussione – dal comportamento incivile di chi non pulisce le deiezioni. Se ne è discusso soprattutto in Facebook nel gruppo “Sei di Lavis se”, dove è un coro di voci contrarie. «Se si vivesse con rispetto e buon senso ogni condivisione pubblica – scrive ad esempio Mariagrazia Ugolini – non ci sarebbe bisogno di restrizioni».













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