«La sua morte ingiusta tocca ognuno di noi» 

Sul sito dell’Università una pagina dedicata. Studenti e professori: «Antonio aveva una luce speciale»



TRENTO. È una bacheca piena di ricordi e di dolore, quella aperta dall’università di Trento in ricordo di Antionio. La pagina www.unitn.it/inricordodiantonio è un “libro” in cui tutti possono scrivere. Pubblichiamo alcuni di questi pensieri.

Il direttore della Scuola di Studi internazionali, Andrea Fracasso: «Curioso ed entusiasta, studente presente e impegnato, Antonio si distingueva per il suo convinto europeismo, per la fiducia nei valori che ispirano il progetto di integrazione europea e per il desiderio di comprendere a fondo i fenomeni, gli eventi e le istituzioni dell'Unione. Antonio rappresenta per noi una generazione di giovani che studiano e lavorano in tutto il mondo per realizzare qualche cosa che va oltre il solo conseguimento del titolo di studio, dando corpo e sostanza a principi e ideali che fondano la società moderna, giusta e inclusiva in cui aspiriamo a vivere. Federico Crotti, presidente del Consiglio degli Studenti. «Credo che questa vicenda colpisca tutta la nostra comunità studentesca. Pensare che uno studente come noi possa morire così, a casa propria, l’Europa...»

Luisa Antoniolli. «Antonio aveva appena terminato di seguire il corso che tengo alla Scuola di studi internazionali sul tema degli aspetti giuridici delle politiche UE. Aveva scelto di scrivere un paper su un tema complesso e delicato, quello delle infrazioni ai principi fondamentali dell’Unione da parte di Ungheria e Polonia, e delle possibili sanzioni. Si sentiva che il tema lo toccava non solo come studente, ma anche come persona partecipe delle vicende europee e preoccupata dei segnali di crisi profonda dell’Unione. Quando ho visto le notizie dell’attentato di Strasburgo, a caldo gli ho inviato una mail, un pensiero di vicinanza che scaramanticamente potesse tenerlo insieme a noi. Antonio non leggerà mai quel messaggio. Non si può dare un senso a questa morte e al dolore feroce che porta con sè. Non c’è senso. Si può però dare un senso a quello che Antonio è stato nella sua vita, persona, famigliare, studente, amico. Oggi è il giorno del dolore. Domani ognuno di noi raccoglierà il pezzo di vita che Antonio ha regalato a ciascuno, e lo porterà avanti come meglio saprà e potrà.

Michele Nicoletti. « ...Antonio assieme a tante e tanti altri studenti era un protagonista costante, con il suo acume intellettuale, il fiuto politico e la profonda sensibilità civile. (...) Nessuno di noi si rende conto di come – non in una discussione in classe, ma dentro la vita – questo gli sia potuto accadere. A lui così appassionato del dialogo, così curioso di capire, così critico nei confronti di una visione strumentale del potere». Sara Lorenzini. «In ogni classe ci sono alcuni studenti, cinque o sei, su cui lo sguardo si sofferma più spesso mentre facciamo lezione. Quelli nella cui espressione vediamo una luce, un’ attenzione particolare. Antonio era una di questi cinque o sei nella sua classe. Seduto sempre in prima fila, era un punto di riferimento nella discussione delle letture». Patrizia Ritondale Spano. «E rivedo in questo ragazzo l’entusiasmo di tanti miei studenti che arrivano qui all’università di Trento. Tra loro non esistono barriere, sono un corpo unico, multicolore. Non conoscono differenze, sono veri cittadini europei, come del resto era Antonio. Daniele Sindaco. «Non ti conoscevo di persona, ma leggendo i giornali e sentendo le varie notizie sui tg dovevi davvero essere una persona meravigliosa». Giorgia Eccher. «Quando si perde qualcuno, ci si sente persi, vuoti, non si riesce a dare un senso alla vita. La domanda frequente che ci si pone è “perché proprio a lui?”, una domanda senza risposta... La perdita di Antonio è ingiusta, dolorosa e tocca in piccola parte l’anima di ognuno di noi».















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