La sfida di Leitner: «Siamo l’alternativa alla Stella alpina»

In corsa senza speranza di raggiungere il 20% regionale Il capolista: più indipendenza e tutela della Heimat


di Francesca Gonzato


BOLZANO. I Freiheitlichen si presentano alle elezioni politiche con candidati sia alla Camera che al Senato. Le possibilità di entrare in Parlamento sono pressoché nulle, ma la loro presenza è una spina nel fianco per la Svp, concentrata come mai prima a raggiungere, insieme agli alleati del Patt, l’obiettivo del 20% regionale, pari a circa il 40% su base provinciale. Un gioco da ragazzi in altri tempi, quando non uscivano sondaggi come quello di ieri, che ipotizza per le provinciali la Svp al 40,1% (meno 8% rispetto al 2008) e i Freiheitlichen sbalzati al 21,9% (più 7,6%).

Critiche al patto elettorale Svp-Pd, Stato libero, competenze sull’immigrazione, riduzione della tassazione, difesa dei valori tradizionali, questi i temi della campagna elettorale. «La Svp sta sbagliando tutto e i sondaggi lo dimostrano», esordisce Pius Leitner, il consigliere provinciale, capolista per la Camera, «noi corriamo alla Camera non contro di loro, ma per presentare il nostro progetto. Siamo qui, con una visione precisa sia sul lungo periodo, lo Stato libero del Südtirol, che sul breve periodo, vale a dire il nostro programma alla Camera». A mo’ di provocazione butta là: «Siamo curiosi di capire quanti italiani hanno iniziati a prenderci come punto di riferimento».

È pacifico che le politiche serviranno come test per le provinciali. Non è un mistero che i Freiheitlichen si considerino pronti per l’ingresso in giunta. Leitner, che dai tempi della fondazione ha visto il partito crescere ad ogni appuntamento elettorale, la prende con calma: «Prima o poi dovranno parlare con noi». Salvo sorprese, Leitner sarà capolista anche alle provinciali. Tra i Freiheitlichen c’è attesa anche sulla prova nei collegi senatoriali di Christian Trafoier (Bolzano-Bassa Atesina), Sigmar Stocker (Merano/Venosta), Peter Pichler (Bressanone/Pusteria).

L’accordo della Svp con il Pd è diventato uno dei tormentoni della campagna dei Freiheitlichen. «Ci hanno fatto un grande favore», esordisce Leitner, «attaccare la Svp su questo fronte è perfino troppo facile. È preoccupante che un partito nato per tutelare una minoranza decida di allearsi con un partito nazionale. È una palese contraddizione. I sudtirolesi devono fare la politica sudtirolese a Roma, non la politica romana in Südtirol. È ovvio che ci vorrà sempre un dialogo con i governi, ma la Svp si è vincolata al Pd». La Svp sostiene che il patto nasce proprio per difendere l’autonomia. «E se vincono Berlusconi o Monti cosa succede? La realtà è che quel patto serve alla Svp per il premio di maggioranza. Difendono le loro poltrone a Roma, ma spacciano questo obiettivo come progetto valido per tutti i cittadini». Le proposte dei Freiheitlichen agli elettori per le elezioni politiche, sottolinea Leitner, «potrebbero essere riassunte in questa formula: più indipendenza all’insegna dei valori della Heimat, termine non traducibile, che però deve valere per tutti i gruppi linguistici». C’è il tema della legge elettorale e della rappresentanza: «Basta con la soglia del 20% che ora tanto spaventa la Svp. La nostra circoscrizione regionale sia organizzata su base proporzionale. Si eleggono 11 deputati? Vengano suddivisi in base ai voti presi in Trentino Alto Adige». Altro punto è la richiesta di competenza provinciale sull’immigrazione. I Freiheitlichen sono criticati da anni per i toni forti usati sugli stranieri. Leitner minimizza: «Non abbiamo mai criticato gli stranieri, ma le politiche sull’immigrazione. Serve una revisione drastica di certi benefit sociali, che non si trovano in alcuna altra regione». Sulla tassazione la parola d’ordine è «riduzione»: «Sarei d’accordo con Monti, se fosse credibile. La nostra proposta è l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, l’autonomia fiscale provinciale, un maggiore sostegno alle famiglie con bambini, la collaborazione internazionale tra le regioni dell’Ue, perché non ci sia solo un dialogo tra Stati». Sui servizi pubblici, «resta fermo il no alla privatizzazione, a partire dall’acqua». C’è poi il filone della salvaguardia «delle radici cristiane, parte integrante della nostra identità. L’Heimat è anche questo e chi arriva nel territorio deve adattarsi. Siamo favorevoli alla reintroduzione delle feste religiose soppresse».

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