La Rotonda, 70 anni di storia perginese

L’albergo ristorante di viale Venezia fu costruito da Vittorio Betti, personaggio di spicco della città. Domani la festa


di Roberto Gerola


PERGINE. L’annuncio, 70 anni fa, che sarebbe stata aperta una nuova struttura alberghiera a Pergine e in viale Venezia, era apparsa sull’”Aspidosordo”, un periodico molto periodico (ne è uscito uno all’anno per tre anni). Aveva la caratteristica di essere “satirico-umoristico”. Annunciava, il 9 settembre del 1945, ricorrenza della “Festa Granda, la “prossima apertura del ristorante La Rotonda sulla statale Trento - Levico, gestore V. Betti”. La Rotonda (per la caratteristica forma dell’edificio che la contraddistingue ancora oggi) in verità, aprì un giorno prima.

Si parla de “La Rotonda”, ma si deve parlare di Vittorio Betti come di un personaggio che scrisse una pagine di storia, quasi senza saperlo, vivendo quotidianamente da operatore economico contribuendo in prima persona alla crescita soprattutto economica (oltre che sociale) di Pergine.

Classe 1909, originario di Tenna, a 9 anni (orfano di madre) finì in collegio dai comboniani a Thiene. Ne uscì a 20 anni e divenne commerciante: vendeva uova, in bici. Rilevò la fiaschetteria che esisteva in via Pennella (angolo con piazza Serra), gestì per qualche tempo anche la “Locanda Trattoria al Moro”. Nel frattempo aveva scoperto che il suo vero nome era Pietro (all’anagrafe, quando fu chiamato alle armi). Bombardavano ancora quando iniziò i lavori di costruzione: era il 13 giugno 1944. E così La Rotonda divenne albergo ristorante e lo è da 70 anni.

Viale Venezia non c’era ancora, in compenso, c’erano tante cose che adesso sono scomparse per lasciar posto ad edifici, attività, immobili. Una parte sostanziale di Pergine scomparve negli anni 70. Fu la più importante modifica del tessuto urbano in centro non ci sono più. E Vittorio Betti (aveva anche il taxi n.1) era là nella sua “Rotonda”, testimonio dei cambiamenti.

La Rotonda entrò nella storia di Pergine come albergo e ristorante, punto di ritrovo e di aggregazione, di stazione dei pullman di linea: di fronte al posto della falegnameria Frisanco era sorto un edificio sede dell’Isa (servizio pubblico), ma che effettuava il servizio c’era anche la “Bordato e Cappello” di Borgo e la Sad e quindi l’Atesina. Che raggiungeva la Rotonda (partendo da piazza Serra) non c’era via Rossi, ma un sentiero lungo il canale macinante (scoperto) e che passava a fianco del panificio Vettorazzi.

Vittorio Betti fu precursore dello sviluppo economico e lungimirante. Pensò bene di donare 100.000 lire al Comune (era il 1956) perché si asfaltasse il piazzale davanti (non ha un nome ufficiale, ma è da sempre il piazzale della Rotonda) e che ora è delimitato da fioriere e regolato nel parcheggio.

Betti (scomparve nel 1984) e La Rotonda (con le modifiche alla struttura originaria) scrissero e vissero, forse senza saperlo, una pagina di storia. Una pagina che ora viene continuata dalla signora Fiorella e dalla seconda generazione (i figli Marco, Ivano e Roberto) e ora anche dalla terza. E domani dalle 19 in poi si farà festa per ricordare i 70 anni di attività.













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