La rivoluzione del Catasto: uffici e sedi accorpati

daniele erlerTrento. Riorganizzazione in vista per il catasto in Trentino. Sul finire di agosto, la giunta provinciale ha approvato l’accorpamento di alcuni uffici territoriali. In particolare,...


Daniele Erler


daniele erler

Trento. Riorganizzazione in vista per il catasto in Trentino. Sul finire di agosto, la giunta provinciale ha approvato l’accorpamento di alcuni uffici territoriali. In particolare, Mezzolombardo si fonderà con Trento, Pergine con Borgo Valsugana, Fiera di Primiero con Cavalese e Fassa, Malé e Fondo con Cles.

Come si legge nella delibera, l’intento è di riuscire così a razionalizzare la struttura amministrativa, «per garantire funzionalità e continuità nel servizio al pubblico»: un passaggio possibile anche grazie alla digitalizzazione. Non stiamo parlando ancora di chiusure definitive: per tutti questi casi, rimarranno comunque i presìdi territoriali e gli sportelli per gli utenti. Saranno però delle sedi distaccate e depotenziate rispetto alla situazione attuale, perché non ci sarà più un direttore. E non è un aspetto secondario: perché potrebbero aumentare i tempi nell’evasione delle pratiche. Soprattutto quando si presentano determinati problemi a livello locale.

Almeno questo è quello che teme il consigliere del Patt Lorenzo Ossanna, che a proposito annuncia il deposito di un’interrogazione. Anche perché, secondo Ossanna, la presenza delle sedi periferiche è una delle tante caratteristiche tipiche dell’autonomia.

In regione, la ripartizione in zone catastali periferiche «si contrappone al modello statale che è invece centralistico, con la presenza dell’ufficio del catasto solo nei capoluoghi». Oltre al contesto storico, eredità dell’impero austro-ungarico, per il consigliere c’è anche un risvolto molto pratico. «Sono molto preoccupato per l’aspetto gestionale: ad esempio a Mezzolombardo le caratteristiche territoriali e catastali sono molto diverse da quelle di Trento». Fra tutti, il caso della Rotaliana è forse quello più emblematico: «Il paese verrebbe spogliato di un importante servizio. Gli uffici sarebbero trasformati in un presidio privo di direttore e quindi senza possibilità di adottare scelte rapide per la soluzione delle varie problematiche a livello locale». Con quali rischi? Secondo Ossanna, le conseguenze potrebbero essere «il depotenziamento della territorialità del servizio con futuri organici insufficienti, l’aumento dei tempi per l’evasione delle pratiche e la necessità dello spostamento di utenti e professionisti verso altri centri, per l’evasione delle pratiche più complesse».

La riorganizzazione sarà progressiva e coinciderà con la cessazione dal servizio dei responsabili dei vari uffici. Sarà pienamente a regime nei prossimi mesi, entro la fine dell’anno.

A Cles, per esempio, le modifiche sono già operative dal primo settembre. A Mezzolombardo invece bisognerà aspettare l’inizio di dicembre.















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