INQUINAMENTO

La rabbia della Valsugana contro Dellai: "Vogliamo aria pulita"

Acceso confronto pubblico a Borgo tra la popolazione e il governatore che annuncia: "L'acciaieria non si chiude"



BORGO. «Si può ragionare sul futuro della Valsugana senza Acciaieria ma al momento non si chiude. Non si può». Il governatore Lorenzo Dellai è stato chiaro ieri con i mille che hanno affollato il palasport di Borgo per la serata sull’inquinamento ambientale della valle. Persone deluse, arrabbiate, che non hanno fatto mancare fischi, urla e striscioni contro i vertici provinciali e l’Appa.
 Gli striscioni? “Valsugana furiosa. Basta Veleni” ma anche una rassegna stampa sulla “ri-conversione di Alberto Pacher” ed un lungo striscione “Inquinamento. Importante è che non si sappia” fatto passare davanti ai relatori. Nel pubblico anche i comitati spontanei, i medici, dipendenti dell’Acciaieria, gran parte dei 21 sindaci ed alcuni consiglieri provinciali.
 Alberto Betta dell’Azienda sanitaria ha parlato di presenza di diossine nel latte e sul grasso animale ampiamente al di sotto dei limiti e della volontà di verificare su 80 cittadini di Borgo la presenza di metalli pesanti e diossine nel sangue. «Non c’è emergenza sanitaria», ha spiegato. Tanti fischi per Fabio Berlanda, il direttore dell’Appa che ha portato i risultati - positivi - delle ultime analisi.
 «Si parla di 15 quintali di polveri in meno al giorno diffuse in atmosfera, l’Acciaieria di ora non è quella di qualche mese fa. La giustizia dirà chi ha inquinato, e ne pagherà le conseguenze - ha ricordato il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne - Nessuno ha le chiavi per chiudere l’azienda, ma chiediamo maggiori controlli e che il sequestro continui. Sogniamo però un’economia sostitutiva».
 «Ci sono tre problemi ben distinti sull’Acciaieria - ha spiegato Dellai - Il primo riguarda i comportamenti leciti o meno messi in campo, che compete alla magistratura; il secondo se vi è o meno pericolo per l’ambiente, non abbiamo nulla da nascondere ma nella mia ingenuità pensavo che il dire che i dati sono nella norma vi portasse maggior rilassamento. Forse vi aspettavate altro (e giù fischi, ndr). Non siamo qui a dire che non esistono problemi ambientali, ma non esiste pericolo immediato per la salute. Il terzo punto riguarda il futuro: partirà il tavolo con i sindaci e i medici per una futura riconversione del sistema produttivo ma la fabbrica ora può essere chiusa o dall’autorità giudiziaria o negoziando con la proprietà».
 «La campagna di analisi è stata fatta seriamente e serve per fare una fotografia complessiva. Ora è sensato interrogarsi sul futuro e accompagneremo i sindaci in questo», ha spiegato Alberto Pacher.
 Dalla sala numerose domande. Un botta e risposta continuo. Domande su chi ha svolto i controlli sul latte (i veterinari) o sui controlli a sorpresa in azienda, che tanto a sorpresa non erano, ma anche dei dubbi sul metodo di campionamento dei terreni. «Sa presidente che i valori di cromo e nichel nel sangue degli operai sono triplicati dal 2007 al 2008? Ci sono i dati», chiede Laura Zanetti. «No, mi dica dove sono», la risposta piccata di Dellai. Attacchi anche sul limite di emissione di polveri, che fino all’Aia dello scorso agosto erano 1.000 volte superiore al limite di legge, ma anche richieste di controllo sulla ricaduta delle polveri da parte di Marco Rigo, e sulla difformità dei dati della Procura e dell’Appa. «La nostra è una valle povera ma aveva l’aria buona. La rivogliamo. Siamo povera gente ma non burattini - spiega, applauditissima, Giuliana Wasserman - qui hanno chiuso molte altre fabbriche senza tanto can-can. Si imponga la riconversione agli operai. Il sindaco ce l’ha promesso: iniziamo la riconversione, non vogliamo più l’Acciaieria». «Abbiate fiducia verso le istituzioni. Se loro hanno imbrogliato però non basteranno nuove elezioni», ha concluso Dalledonne.













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