La Provincia di Trento: "Orso Dino ucciso con regolare autorizzazione, collare troppo stretto"

Anche il servizio forestale trentino conferma la versione degli sloveni sull'uccisione dell'orso Dino: l'animale non è stato abbattuto per sbaglio, ma da parte di un cacciatore autorizzato



TRENTO. Anche il servizio forestale trentino conferma la versione degli sloveni sull'uccisione dell'orso Dino: l'animale non è stato abbattuto per sbaglio, ma da parte di un cacciatore autorizzato perché Dino aveva un "comportamento anomalo dovuto al radiocollare divenuto troppo stretto a causa della forte crescita del plantigrado".

Lo dice una nota della Provincia di Trento, che in questo modo vuole mettere a tacere le presunte polemiche sulla gestione del "caso Dino", orso arrivato dalla Slovenia fino nel Bellunese, catturato in Primiero e dotato di radiocollare e identificato con la sigla M5; infine tornato in Slovenia dove è stato abbattuto.

Ma ecco il testo della nota diffusa dalla Provincia. "L’orso M5 è stato ucciso durante una regolare attività venatoria nelle foreste slovene l’11 marzo scorso, non lontano dal villaggio di Vrhnika, a sud-est di Postumia.

L’abbattimento dell’animale è stato prontamente comunicato per le vie brevi dai tecnici sloveni, con i quali è in atto una positiva collaborazione ormai di lunga data, ai referenti della Provincia autonoma di Trento.

Non esiste alcun contrasto con i colleghi sloveni circa la ricostruzione delle modalità attraverso le quali si è giunti all’uccisione dell’orso M5, come invece potrebbe apparire da alcune notizie circolate negli ultimi giorni.

Infatti, l’abbattimento, ad opera di un cacciatore a ciò autorizzato dal responsabile della riserva di caccia ed in raccordo con il Servizio Foreste Sloveno, ha consentito di stabilire che il comportamento anomalo dell’orso osservato sul sito di alimentazione era dovuto al radiocollare divenuto troppo stretto a causa della forte crescita del plantigrado.

Tale anomalia comportamentale da parte dell’orso è stata alla base della decisione di abbattere, quel giorno ed in quel posto, esattamente quell’animale anziché altri eventualmente presenti in quel sito. Va anche evidenziato come l’episodio in questione si inserisca in un fenomeno, quello della caccia all’orso in Slovenia, che di fatto consente la gestione conservativa della specie in quel paese, in conformità con la normativa europea al riguardo.

Infatti, pur a fronte di prelievi annui consistenti (nell’ordine dei 100 orsi all’anno negli ultimi 3-4 anni) la popolazione di orsi ivi presente risulta stabile e conta circa 500 esemplari, consentendo anche l’acquisizione di esemplari per operazioni di reintroduzione o ripopolamento.

L’episodio, quindi, non mette in alcun modo in discussione il rapporto di stima e di collaborazione che negli anni è stato possibile costruire tra la Provincia autonoma di Trento ed il Servizio Foreste della Slovenia che, tra l’altro, va ben al di là delle questioni inerenti la gestione dei plantigradi estendendosi a quella degli altri grandi carnivori ed al sistema fauna-foresta nel suo insieme".













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