La Provincia dà il via libera alla scuola di medicina

Trento. La giunta provinciale ha dato il via al progetto della nuova scuola di medicina. Ieri è stata approvata la delibera in tempo utile per poter inviare a Roma, al Ministero dell’Università il...



Trento. La giunta provinciale ha dato il via al progetto della nuova scuola di medicina. Ieri è stata approvata la delibera in tempo utile per poter inviare a Roma, al Ministero dell’Università il dossier completo. Il presidente Maurizio Fugatti subito dopo la seduta della giunta provinciale ha spiegato, come anticipato dal Trentino, che il piano finanziario prevede un costo a regime di 5 milioni di euro. Costo che potrebbe ridursi fino a un milione e mezzo di euro in meno grazie all’impiego di docenti già dipendenti dell’Università, come i 10 del Cibio e del Cimec che si occuperanno delle materie precliniche, e di primari già in servizio e pagati dall’Azienda sanitaria. Con questo risparmio, quindi, la scuola di medicina sarebbe low cost, almeno fino a che non partiranno le scuole di specialità che costringeranno ad assumere altri docenti, tanto che si pensa di arrivare fino a 60 a regime tra qualche anno.

L'accreditamento dei nuovi corsi di studio, disciplinato da norme nazionali, prevede infatti che sia il Ministero dell'Università e della Ricerca a autorizzare la proposta di un ateneo riguardante l'avvio di un nuovo corso, valutando criteri e parametri stabiliti dall'Anvur-Agenzia nazionale di Valutazione del Sistema universitario e della Ricerca. Ma lo stesso iter prevede anche che le Regioni, e in questo caso la Provincia autonoma, esprima a sua volta un parere favorevole "avendo valutato le specifiche condizioni dell'offerta formativa nel settore e la sua interazione con l'azienda sanitaria".

Le motivazioni che hanno portato la Provincia autonoma a sostenere il progetto della creazione del nuovo corso di studi in medicina e chirurgia le ha ribadite Fugatti ieri: «L’oggettiva difficoltà a reperire nuove figure professionali, specie nelle sedi periferiche, e per particolari specializzazioni, accresciuta dal progressivo pensionamento dei professionisti, fenomeno diffuso in tutto il Paese, ma anche le peculiarità orografiche di un territorio di montagna, che rendono necessaria una capillare diffusione delle strutture in cui si eroga l'assistenza sanitaria».

L'apertura in Trentino di un corso di laurea in medicina, e in prospettiva di scuole di specializzazione, consentirà ai numerosi trentini che desiderano intraprendere una professione medica, oltre che a studenti – anche trentini – iscritti in altre Università, di formarsi e poi di specializzarsi sul territorio provinciale anziché rivolgersi a quelli limitrofi. Ciò favorirà lo sviluppo di un legame più stretto fra i nuovi medici e le strutture sanitarie provinciali, e contribuirà quindi a soddisfare i bisogni espressi dal sistema sanitario.

Il progetto didattico presentati dall'Università di Trento si articola in sei anni di corso ed è coerente con gli obiettivi formativi definiti a livello nazionale. Oltre a formare nuovo personale medico fornirà in aggiunta alcune competenze specifiche per utilizzare in maniera consapevole le opportunità offerte anche in questo campo dalle nuove tecnologie (genomica, informatica, intelligenza artificiale, e così via). La proposta dell'Università di Trento prevede an che partnership con altre università oltre a Verona a partire da quella di Padova.













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