la protesta

La polizia antisommossa “salva” Rossi

Alta tensione all’incontro di Mori sul vallo tomo. Un gruppo di cittadini contro il presidente della Provincia: «Vergognati»


di Matteo Cassol


MORI. È iniziata con decine tra componenti e simpatizzanti della Tribù delle fratte che aspettavano Ugo Rossi e Tiziano Mellarini davanti al municipio (invano, perché nel frattempo, mentre il sindaco Stefano Barozzi si confrontava con la folla, i due esponenti della giunta provinciale erano entrati dal retro) ed è finita con le forze dell’ordine in assetto antisommossa per garantire l’uscita della macchina del governatore e dell’assessore (loro non erano a bordo, sono saliti solo dopo, all’incrocio tra via Garibaldi e via Viesi, mentre la calca era fuori dal parcheggio dietro il municipio), vettura attesa al varco e comunque circondata dai manifestanti, che nella loro protesta non sono però andati al di là di slogan e moti di disappunto («vergogna» soprattutto, oltre a «zo le zate dale fratte»).

Nel mezzo, l’incontro altrettanto teso con i proprietari dei terreni interessati dall’intervento per realizzare il vallo-tomo, durante il quale - mentre Mellarini e i referenti della protezione civile non hanno parlato - Rossi ha affermato chiaramente che l’opera si farà, lasciando intendere che chi continuerà a intralciare il cantiere verrà fatto sgombrare “dagli organi preposti”.

«Nelle prossime settimane - ha detto il governatore ai pochi lasciati entrare (proprietari o loro parenti), mentre i molti fuori rimanevano raccolti attorno alle frasi scandite al megafono da Rosanna Bazzanella - intendiamo dare corso ai lavori, forti del fatto che, tranne che in un caso su oltre trenta proprietari, non abbiamo ricevuto opposizioni sotto forma di ricorso. È intenzione dell’amministrazione rispettare l’impegno di tutela della sicurezza pubblica che la Provincia si è assunta assieme al Comune di Mori. Ci sono responsabilità ben precise alle quali nessuno di noi può sottrarsi, sulla base di analisi approfondite nel tempo e fondamenti giuridici incontestabili. A fronte di un pericolo certificato si devono assumere degli atti. Abbiamo ritenuto di venire qui con le nostre facce per comunicare che rispetto a questo interesse di sicurezza pubblica dobbiamo proseguire. Quando si tratta di sicurezza non ci si può improvvisare e bisogna rimettersi a chi ne ha le competenze. Riteniamo di aver dato spazio durante il percorso a dubbi legittimi, andando addirittura a modificare il progetto che prevedeva collocazione del vallo-tomo più a ridosso delle case. Prima di rivolgerci agli organi preposti per entrare nei terreni, ritenevamo doveroso informare i proprietari. Pazienza se ciò sarà valutato negativamente. Ci sono qui persone che lavorano in assoluta buona fede e che ci mettono la firma, quando in gioco c’è la vita delle persone. Il paesaggio e la proprietà privata sono importanti, ma non più importanti della sicurezza. Non si può dire secondo me”, bisogna mettere la firma. Io mi fido di chi mette la firma».

E a chi gli urlava di vergognarsi, Rossi ha risposto: «Non mi vergogno neanche un po’, ci sono responsabilità da prendere e noi ce le prendiamo». Poi, prima di affrontare all’uscita la folla ostile, ha quasi sussurrato al sindaco Barozzi: «Cercheremo di fare meglio che si può. Di fare meno danni possibile».

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