La nostalgia dei cittadini: «Ridateci l’Ici»

Allo sportello Imu in molti rimpiangono la vecchia tassa: «Quella di allora era ben calibrata. Oggi colpisce la povera gente»


di Luca Pianesi


TRENTO. “Ridateci l’Ici”. Il coro di proteste dei cittadini trentini contro l’Imu, la tassa sulla prima casa imposta dal governo Monti per rimpinguare le casse dello Stato, non ha i connotati di una levata di scudi quanto di una nostalgica presa d’atto che “il momento è quello che è, tutti dobbiamo fare la nostra parte e, probabilmente, se avessimo pagato l’Ici anche negli anni scorsi, oggi non saremmo in questa condizione”. A dirlo è Antonio Clementi che, mentre attende paziente il suo turno agli uffici del Servizio tributi di piazza Fiera, aggiunge: “Io sono contento di pagare l’Imu. Penso sia una tassa equa ed uno dei modi più giusti per ripianare i debiti dello Stato. Siamo cittadini ed è necessario che ognuno di noi contribuisca in proporzione a quanto possiede”. Anche Remo Piffer ritiene non ci siano alternative a tassare la prima casa: “L’Ici di Prodi era una tributo ben calibrato che prelevava il giusto senza incidere eccessivamente sulle entrate degli italiani. Con l’ultimo governo Berlusconi - che nel 2008 aveva abolito l’imposta sulla prima casa - abbiamo perso quattro anni di entrate ed oggi mi sembra ovvio che lo Stato, pressato dalla crisi internazionale, per recuperare velocemente quanto gli è venuto a mancare, nel recente passato, debba chiederci ben di più di quanto ci chiedeva prima”. “Era più giusta l’Ici di Prodi - dice Elda Tomasi – l’Imu di Monti è troppo alta e colpisce la povera gente. Io sono qui per conto di mio figlio che è residente all’estero ma ha una casa di proprietà a Trento. Ora vogliamo capire quanto dovrà pagare e se sarà tassato due volte in due stati diversi”. Sono tanti, in questi giorni, i contribuenti che si affollano fuori dagli uffici tributari di piazza Fiera per avere informazioni sull’Imu ed essere aiutati nel quantificarla. Il Servizio tributi del Comune ha calcolato che in poco più di un mese oltre 3.000 cittadini si sono rivolti ai loro sportelli, 1.393 solo nell’ultima settimana, con una media di 278 persone al giorno. Tra questi ci sono anche quelli che sono stati vittime di errori, come il pensionato Renzo De Ferrari: “Hanno sbagliato a scrivere il mio cognome – spiega – e mi hanno registrato come Ferrari. Appena se ne sono accorti mi hanno avvertito e oggi sono qui per mettere le cose in regola e correggere lo sbaglio. Ci tengo a quel ‘De’. Non vorrei mi facessero pagare l’Imu di ‘Ferrari’ ben più noti e prestigiosi. Io, per quel poco che posso, sono contento di dare il mio contributo – aggiunge il signor Renzo – per cercare di far uscire il Paese da questa situazione di crisi drammatica. Però ho l’impressione che anche questa volta, con l’Imu, saremo noi del popolo a pagare e che, invece, certe categorie non saranno toccate nemmeno da questo governo”. Anche Sante Ceccarini è molto polemico con Monti e i sui tecnici: “Se prima andavamo male ora stiamo andando peggio. Quest’Imu è un’imposta ingiusta, altissima. Come si fa a tassare un bene essenziale come la prima casa. A casa ci dovremmo mandare questo presidente del consiglio”. “Abbiamo intestato un’abitazione a nostro figlio - conclude Iole Bernardini moglie del signor Sante – e ora ce la troviamo tassata del triplo rispetto a qualche anno fa. Ma che mondo lasciamo ai nostri giovani? Come possono mettere su famiglia se oltre ai mutui devono pagare anche tributi altissimi. E mentre c’è mezza Italia che lavora e guadagna in nero, a pagare sono sempre i soliti. Quelli che non hanno mai evaso nulla e che per questo sono tracciabili e rintracciabili. L’Italia piange e quelli che governano ci stanno togliendo il respiro”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano