La «moschea» spacca a metà Lavis

Mentre la Lega raccoglie le firme dei contrari (già 300), molti sono favorevoli alla sede dell’associazione culturale islamica


di Daniele Erler


LAVIS. Il venerdì a Lavis è giorno di mercato. Fra gli stand, gli abitanti della borgata ieri hanno trovato anche il gazebo della Lega Nord, che ha organizzato una raccolta di firme contro la prevista “moschea” di Lavis. Si tratta in realtà della sede dell’associazione islamica locale, che ha individuato al piano terra di un condominio di via Dorigatti il luogo per svolgere l’attività, non ultima – e il piano regolatore lo consente – la preghiera.

«La zona – sostiene Bridi – non è adatta a questa funzione. Il sindaco avrebbe dovuto informare il consiglio comunale e convocare un’assemblea per sentire gli abitanti. Una moschea non è solo un luogo di culto, vi si danno anche direttive politiche. È un luogo che può destabilizzare, sia dal punto di vista urbanistico sia da quello sociale, il contesto in cui si inserisce». A oggi, le firme raccolte dalla Lega Nord sono quasi 300. «Facciamo firmare – specifica Savoi – solo i residenti a Lavis, direttamente interessati alla questione».

Ma, a sentire chi ieri era in piazza del mercato, non tutti i lavisani la pensano allo stesso modo. Aldo Ferretti, signore in pensione, è contrario a un luogo di culto islamico in centro a Lavis: «Dicono che pregano – confida – ma chissà cosa combinano. L'arrivo dei musulmani ci preoccupa».

Anche Silvana, maestra, ha firmato al gazebo della Lega, ma ha una posizione più moderata. «Sono contraria – spiega – solo per una questione logistica. Il luogo scelto è sbagliato: lì convoglieranno anche persone di altri paesi e non esiste nemmeno un parcheggio».

Cinzia, studentessa all’università di Trento, è invece favorevole: «L'importante è il rispetto reciproco. E’ giusto che possano professare la loro religione». Favorevoli anche Sergio Michelatti e Maria Bronzetti, marito e moglie: «In democrazia deve essere garantita la libertà di pregare. Noi non siamo preoccupati, gli estremisti possono essere ovunque, non dobbiamo avere pregiudizi». Della stessa opinione Davide Tonazzolli, studente di economia: «La Costituzione sancisce la libertà di culto. Finché rispettano le leggi e non ostacolano le altre religioni non possiamo impedire loro di pregare».

Un'opinione la esprime anche Claudio Tiozzo, che abita a Venezia ed è a Lavis per il mercato: «Ci sono posti buoni per una moschea, e altri meno. Noi a Venezia l'abbiamo. Bisogna capire cosa ne pensa la gente di qui e quanto i musulmani riusciranno a integrarsi».

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