La maturità «vip» di Ignazio Moser

Il figlio del Checco sui banchi: «Peggio della Roubaix»


Jacopo Tomasi


TRENTO. «La maturità è una volata lunga. Più dura del pavé della Roubaix». Parola di Ignazio Moser, figlio d'arte del Campionissimo Francesco. Anche lui è tra i 3.775 studenti trentini che stanno vivendo questi giorni d'inizio estate sui banchi. Moserino ieri ha sostenuto la terza prova all'istituto agrario di San Michele e giovedì ha in programma l'ultima fatica: l'orale.  Classe 1992, Ignazio Moser sin da piccolo ha trovato grande feeling con la bicicletta. Da Esordiente sono arrivate vittorie a raffica. Poi qualche anno tra alti e bassi, fino all'anno scorso quando ha conquistato il titolo italiano Juniores su pista e l'argento agli Italiani su strada. Quest'anno la gara Tricolore per gli Under 23 (che si è corsa venerdì in Sicilia ed è stata vinta da un altro trentino, Matteo Trentin) l'ha dovuta vivere da telespettatore. C'era un'altra sfida da vincere. La maturità per diventare perito agro-alimentare.

Ignazio Moser, è più dura la maturità o la Roubaix? La Roubaix è il mio sogno proibito. Quando rivedo le vittorie di papà mi vengono i brividi. L'ho corsa due volte e sono sempre caduto. Nonostante ciò, è più dura la maturità...

Per preparare gli esami ti hanno messo il lucchetto alla bici? Per evitare la tentazione sono stato in ritiro spirituale in Alto Adige a studiare con tre compagni, Luca, Davide e Tommaso. Ma che fatica. In questi giorni, però, qualche giretto la sera lo faccio. Un'oretta e mezza, solo per sfogarmi.

La prima prova d'italiano com'è andata? Penso bene. Sono un fan dei temi d'attualità, ho fatto quello sulla frase di Warhol.

La seconda? Agronomia, non mi sbilancio.

Infine la terza prova. Sensazioni? Ieri è stata veramente dura. Spero in un 10/15. E' stato come scollinare attaccato all'ultima ruota del gruppetto.

L'orale adesso fa paura? Per fortuna è giovedì, sono abbastanza tranquillo. Come argomento a scelta porto la fillossera, una malattia della vite. Vedremo.

Finiti gli esami, mare o bicicletta? Montagna. Venerdì parto per un ritiro in altura di tre settimane. Devo recuperare i 20 giorni di stop per la maturità e preparare il finale di stagione. Voglio conquistarmi una maglia per il Mondiale di Copenhagen, visto che mi si addice abbastanza.

Non dev'essere stato facile conciliare gli studi con le corse in questi 2-3 anni. No, ma ho senso del dovere e volevo farcela.

Come non dev'essere stato facile correre con quel nome, Moser. Ci hai fatto l'abitudine? Ormai si. Da quando ho 6 anni mi avranno fatto questa domanda 400 volte... Ho sempre pensato che chiamarsi Moser fosse un vantaggio perché mi ha fatto crescere con una grande passione.

A proposito di maturità, ti senti maturo per il grande salto tra i professionisti? Ho avuto contatti con diverse squadre, ma non penso di passare adesso. Farò un altro anno tra gli Under 23 e se andrà bene sarò pronto per il passaggio nel 2013.

Il sogno più grande? Lo ripeto, vincere la Parigi-Roubaix.

L'idolo? Sono un passista veloce, tra i più veloci nelle volate ristrette. Il modello è Tom Boonen.

Ora c'è lo sprint finale della maturità... E' stata una volata lunga, sono 20 giorni che sono a tutta, spero di avere ancora le forze per l'ultimo colpo di reni.













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