La Lega gioca la carta degli striscioni

“No Comunità” in tutta la provincia. E oggi anche il Pdl si schiererà ufficialmente per la loro abolizione


di Paolo Morando


TRENTO. Comunicati stampa a getto continuo, immagini dei cartelloni stradali delle Comunità con l’aggiunta dell’adesivo “Aboliamole”, inserzioni sui giornali per illustrare i costi delle indennità dei loro amministratori (1 milione e mezzo di euro l’anno) e per invitare al voto, ovviamente barrando il “Sì”. E ora anche grandi striscioni con la scritta “No Comunità”: ieri ne sono apparsi un po’ in tutta la provincia, anche in città, dove era appeso alla montagna sopra l’ex cava Italcementi, a sud di Sardagna.

A tre giorni dall’appuntamento con le urne, si fa sempre più martellante la campagna referendaria della Lega Nord per lanciare il voto di domenica prossima. Che, come noto, sarà valido solo se si recherà ai seggi almeno il 50% più uno dei 413.309 aventi diritto: uno scoglio non facile da superare, se si considera ad esempio che cinque anni fa, in occasione del referendum provinciale sui finanziamenti pubblici alle scuole private, l’affluenza fu appena del 18,91%. Non è sola, la Lega Nord, in questa battaglia: oltre ai partitini dell’estrema destra (Fiamma tricolore e appunto La Destra), in un nota invitano a votare sì anche i Comunisti italiani. E oggi il Pdl ufficializzerà la propria posizione favorevole al referendum (e all’abrogazione delle Comunità) in una conferenza stampa, alle 12 nella sede di piazza Battisti.

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