L’Upt «affossa» la doppia preferenza

Gilmozzi: «La pluralità di scelta è un valore». Rossi: «Rinsaldare i legami di coalizione». Leadership, nodo rinviato


di Chiara Bert


TRENTO. Rinserrare le fila, rinsaldare i legami, salvaguardare la coalizione di centrosinistra autonomista. Questo l’appello che il governatore Ugo Rossi ha rivolto ieri alle forze di maggioranza (presenti anche i segretari dei partiti), riunite al Rifugio Maranza per il pit-stop di metà legislatura. Le fibrillazioni di primavera, quando per giorni si erano rincorse voci sul presidente pronto a lasciare, con lo spettro di una crisi al buio, sembrano lontane. Clima disteso, commentano tutti. Di mezzo c’è stata l’estate, le elezioni 2018 per i tempi della politica non sono lontane ma nemmeno così vicine, e con il Comune di Trento in mezzo al guado in maggioranza tanti devono aver pensato che in questo momento sia meglio evitare strappi.

LEADERSHIP, NODO RINVIATO. Solo pochi mesi fa il capogruppo Upt Passamani auspicava che la coalizione affrontasse il tema della leadership per il 2018 in modo da togliere di mezzo un tema di conflitto. Ma ieri il governatore, nel suo intervento di tredici cartelle - bilancio di metà percorso senza novità sostanziali - nel ribadire che «nonostante errori e difficoltà il centrosinistra autonomista è ancora l’unico paradigma politico serio di riferimento per il nostro territorio», ha detto che «su questa alleanza dobbiamo lavorare, rinviando a tempi appropriati le riflessioni sulla leadership e le modalità per individuarla».

DOPPIA PREFERENZA, L’UPT SI SMARCA. Al di là dei proclami di coesione, una crepa si è aperta (o meglio si è confermata) sul disegno di legge Maestri-Bezzi sulla doppia preferenza di genere, che tornerà in aula a inizio ottobre con un muro ostruzionistico di 5300 e passa emendamenti presentati da parte delle opposizioni. Il presidente del consiglio Bruno Dorigatti (Pd) ha sollecitato ad individuare una via d’uscita. Il verde Marco Boato ha difeso la proposta: «Siamo gli ultimi in Italia, bisogna andare fino in fondo, così come sul Garante dei detenuti (altro tema su cui le minoranze hanno già annunciato le barricate, ndr), è una vergogna che non riusciamo a istituirlo». Ma nel confronto la voce che ieri ha fatto notizia è stata quella dell’assessore Upt Mauro Gilmozzi, che a nome del partito (ieri il segretario Mellarini era assente) ha preso la parola per dire: «Per noi la possibilità di scegliere, dentro una pluralità di preferenze, è un valore, e con la doppia preferenza questa possibilità si riduce, in un’Italia che le preferenze non le vorrebbe più. Il Trentino ha fatto grandi passi avanti per favorire concretamente la partecipazione politica delle donne, a livello di politiche familiari ma anche introducendo una quota minima nelle liste. Poi sta alla responsabilità del singolo votare per persone di cui ha stima e rispetto». Pochi passi più in là il suo omonimo, il segretario del Pd Italo Gilmozzi, spiegava che «il Pd è contrario alle tre preferenze, questa volta siamo per tenere duro, poi certo bisognerà vedere come si mettono le cose. Ma rinunciando a questo disegno di legge si farebbe un torto alla comunità, non al Pd». L’appello del presidente a che «la maggioranza sia compatta sul programma elettorale» rischia di cadere nel vuoto perché nonostante Gilmozzi assicuri «sappiamo stare dentro una disciplina di maggioranza», di fronte all’ostruzionismo è verosimile che prenda corpo l’ipotesi di mediare sulle tre preferenze con la seconda bloccata (di genere diverso dalla prima, pena l’invalidità), come nella nuova legge per le Europee e come propone un emendamento a firma del consigliere di Pt Gianfranco Zanon. Ma Donatella Conzatti, membro della segreteria Upt e del Comitato Non Ultimi, ribadisce che «l’Upt chiede la doppia preferenza» e ricorda la mozione approvata dal parlamentino del partito ad aprile in cui si invitano i consiglieri a sostenere il disegno di legge. Evidentemente i consiglieri non sono convinti e il ddl, se vedrà la luce, uscirà diverso.

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