IL CASO

L’islamista Ramadan trasloca a Trento

Cancellata la conferenza a Bolzano dopo il no del sindaco e le proteste della Comunità ebraica. Parlerà alla Erickson


di Paolo Campostrini


TRENTO. Tariq Ramadan parlerà a Trento, non più a Bolzano. Il perché è presto detto. Renzo Caramaschi l'altro ieri aveva dichiarato: «Parli dove vuole e dica quello che pensa, io non censuro nessuno. Ma ho deciso di non riceverlo in Comune e di non stringergli la mano a nome della città...». Lette queste parole Riccardo Mazzeo, autore del libro "Il musulmano e l'agnostico" scritto a due mani con lo stesso Ramadan e che avrebbe dovuto dialogare domani a Bolzano alla Lub con il contestato studioso islamista, ha deciso di togliere tutti dall'imbarazzo: «Ho capito che a Bolzano ci sono dei problemi e capisco anche il sindaco. Ma non voglio creare difficoltà ulteriori agli amici del Centro Pace e a Francesco Comina. Loro sono stati così gentili con noi e sono delle brave persone... Il libro lo presenteremo sempre martedì ma a Trento, alla Erickson». Quest'ultima è la casa editrice del volume. E il Centro Pace è l'organizzatore dell'evento. «Non pensavo di urtare tante sensibilità - dice a sua volta Comina che del Centro è uno dei responsabili storici - perché non conosco le attività extra pubblicistiche di Ramadan. So che molti denunciano la sua vicinanza alla Fratellanza musulmana. Ma so che lui cerca il dialogo. Come noi. Nella nostra agenda organizzativa c'è Emmanuel Levinas, filosofo ebreo lituano, Agnes Heller, c'è lo scrittore israeliano Amos Oz...». Ma, dicono i vostri critici, siete sempre molto sensibili a chi mette in discussione Israele... «Siamo sensibili al dialogo con qualche predisposizione, lo ammetto, per le tesi scomode. Che fanno riflettere. E a questo proposito anche Ramadan è molto critico con certi paesi islamici e con l'Islam tradizionale». In realtà si stava creando un corto circuito tra le tesi espresse nei libri e negli interventi pubblici di Ramadan e una certa sua immagine transitata sui media rispetto alla sua non presa di distanze nei confronti del terrorismo mediorientale, soprattutto a danno degli ebrei d'Israele. «Io non conosco tutto di lui - dice Comina - ma ne conosco i testi. Questo mi è bastato. Esporre delle idee anche scomode serve a conoscere. Tuttavia, in futuro, immaginiamo, io e il Centro Pace, di predisporre anche delle interlocuzioni quando ci saranno ospiti di frontiera. Ma restando sempre naturalmente più aperti verso l'area progressista. Noi veniamo da Pax Christi e questo non ce lo possono togliere...».

Anche Riccardo Mazzeo, scrittore, che proprio per Erickson ora sta curando la collana editoriale "il pensiero resistente" dice che spesso personalità che si muovono su terreni scoscesi possono essere fraintese e che tanto di quello che Tariq Ramadan afferma nei paesi arabi e in lingua araba non è conosciuto ma, continua, «sulle sue dichiarazioni intorno alla lapidazione delle donne è sorto un equivoco: in quella famosa trasmissione alla tv francese del 2003 lui non aveva giustificato la legge coranica per le adultere ma detto che, in attesa di una nuova possibile norma in proposito di adulterio femminile, proponeva una moratoria delle esecuzioni...».

Ramadan era stato dichiarato "non gradito" in vari paesi islamici moderati ma anche in Francia e in Usa (prima dell'arrivo di Obama). Renzo Caramaschi, preso atto di tutto questo dibattito, non offre sponde "politiche" a nessuno: «Non ho letto prima di decidere i comunicati della Lega o della destra e non mi sono mai permesso di impedire di parlare a chicchessia. Questo signore so che suscita reazioni contrastanti. Anche nella nostra comunità ebraica che abbiamo solo da pochi anni fatto uscire dal ghetto della memoria... Per questo non posso onorarlo ricevendolo in Comune a nome della città. Ramadan non è Kapuscinski». Ieri si è riunito il direttivo del Centro Pace di Bolzano che, preso atto della situazione, ha condiviso la decisione della casa editrice di spostare la presentazione a Trento.

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