L’ira di Cavalese «Colpa di Zeni e Rossi i pediatri c’erano»

Arici (Parto per Fiemme): «Sopruso dell’Azienda sanitaria» L’assessore: nessuno dei medici ha partecipato al concorso


di Luciano Chinetti


TRENTO. La decisione di chiudere da sabato il punto nascite di Cavalese ha scatenato dure reazioni in val di Fiemme. Il più arrabbiato di tutti è Alessandro Arici dell’Associazione Parto per Fiemme: «Non si tratta di una chiusura definitiva, ma se lasciamo passare questo sopruso scritto dall’Azienda sanitaria di Trento e postato da Roma perderemo servizi essenziali per tutti e con essi dignità e fiducia nella possibilità di vivere nelle nostre valli. L’Azienda sanitaria in collaborazione con l’assessore Luca Zeni e il presidente Ugo Rossi ha fatto tutto il necessario per ignorare le numerose candidature di pediatri giunte a Trento durante tutto il 2016 con un numero di pediatri sufficiente disponibile ancora oggi. Adesso è il momento di agire con lucidità e compattezza, informando la gente e accettando che l’avvenire è ancora nelle nostre mani». Per Arici insomma le colpe non vanno cercate a Roma, bensì a Trento: «Dopo 15 mesi l’Azienda sanitaria non solo non ha cercato i pediatri necessari, ma non ha voluto rimettere in funzione il servizio di anestesia di notte, per questo motivo l’elicottero ha volato per 15 mesi per qualsiasi tipo di necessità, anche minima sprecando energie preziose». Per Arici «sarebbe bastato un po’ di coraggio, come ad Asiago dove pur di non chiudere il pediatra disponibile fa il turno di giorno ed è reperibile di notte perché non si possono togliere servizi essenziali». Parto per Fiemme insieme alle altre associazioni ha promosso per domani (alle 18) una manifestazione di protesta davanti all’ospedale di Cavalese: «Manifestiamo pacificamente – si legge nella locandina affissa in tutti i paesi della valle – per la riapertura 24 ore su 24 e 7 giorni su sette del servizio essenziale per tutti e del punto nascita di Cavalese. La nostra gente ha costruito l’ospedale per noi e per i nostri figli. Salviamolo».

La risposta di Zeni arriva a distanza, senza sapere delle ultime accuse che piovono dalla val di Fiemme. In aula, in mattinata, l’assessore aveva ripetuto che «è stato fatto tutto il possibile per reperire pediatri per il punto nascite di Cavalese. Abbiamo fatto bandi, pubblicizzato in ogni modo, io stesso ho fatto delle telefonate». E poi, citando espressamente “Parto per Fiemme”: «Nessuno dei pediatri da loro contattati si è presentato al concorso. Abbiamo fatto bandi quasi ad personam, non è bastato. Dei quattro che hanno superato il concorso, solo uno ha dato la disponibilità». È Marco Benigni, 34 anni, di San Benedetto del Tronto, che a gennaio aveva confessato la sua soddisfazione mista a qualche timore. Non basterà il suo arrivo a salvare il punto nacita di Cavalese.













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