L’antiquario ora è bio Gasperetti cambia: nasce la fiera green 

La storica attività inaugura un nuovo modo di fare tendenza Il titolare: «Spazio al moderno mantenendo le nostre radici»


di Daniele Peretti


TRENTO. Dopo sessant’anni lo storico antiquario Gasperetti apre al biologico e al biodinanico, ma lo fa con un’idea nuova che è una sorta di fiera espositiva dove si può trovare una vasta gamma di prodotti ed a breve anche quelli freschi come latte, formaggio ed yogurt. «I tempi sono cambiati – spiega Armando Gasperetti – l’antiquariato non ha più bisogno di ampi spazi espositivi, la maggior parte delle vendite si fanno online e la gente sempre più frequentemente preferisce restaurare, piuttosto che acquistare». Ed allora un’attività che dal 1958 guarda al passato, decide di orientarsi al futuro. Nasce cosi “Bio-expo” un locale che occupa circa la metà di quella che era la superficie del negozio d’antiquariato in stile decisamente moderno, ma con contaminazioni di antico. «Non potevamo tradire la nostra passione antiquaria, quindi spazio al moderno, ma mantenendo le nostre radici – del quale è responsabile Valentina Cassiani -. L’idea è quella di offrire uno spazio espositivo alle aziende bio trentine, dove possano mettere in vendita i loro prodotti allo stesso prezzo che farebbero in sede, eliminando così il problema delle distanze e dei costi di trasporto». Lo spazio espositivo è quello di una sorta di cassette della frutta appese alle pareti, offerto ad un costo decisamente competitivo, dove si può trovare di tutto: dal miele, all’olio. Dai prodotti cosmetici agli sciroppi. «E’ un progetto in evoluzione – ci dice Armando Gasperetti – al momento abbiamo in esposizione-vendita quindici aziende, ma puntiamo a superare le venti. A breve la parte del locale fronte strada sarà adibita alla vendita di prodotti freschi: subito latticini, ma più avanti anche la carne. In più c’è tutta la parte sotterranea che utilizzeremo per organizzare eventi a tema, conferenze e convegni». Cos’è necessario per poter affittare uno spazio? «La novità è che la nostra collaborazione è aperta anche a chi non ha una certificazione bio. Come ad esempio un’azienda che raccoglie e lavora le erbe selvatiche che di fatto resta esclusa dal circuito bio. Collaboriamo con realtà conosciute delle quali curiamo la commercializzazione dei prodotti». Il futuro del negozio d’antiquariato? «Continuiamo la tradizione che Bruno ha iniziato nel 1958 al Palazzo del Diavolo. Abbiamo dimezzato lo spazio fronte strada, ma svilupperemo l’attività negli spazi interni dove ci sono molti locali tutti da sfruttare». Questa scelta dell’aprire al bio potrebbe essere interpretata anche come una crisi commerciale dell’antiquariato. «A parte un breve periodo nel quale l’antico era una moda, questo è sempre stato un settore di nicchia per il quale prima dell’era internet, il cliente voleva vedere di persona cosa comprava. Oggi la trattativa si fa online ed il contatto diretto è l’ultimo step. Il bio è una mia passione da sempre e quando ho deciso di provarci ho scoperto tra le mie conoscenze Valentina, che ha la stessa passione. O ora l’unico desiderio è quello di vedere “Bio-expo” lavorare a pieno regime». E tra passato e futuro non c’è nemmeno una porta. «Ho voluto due locali comunicanti proprio per dare soluzione di continuità tra le due attività».













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