L’aliante si schianta in Paganella: un morto

Walter Giordani, 70 anni ingegnere di Rovereto, è stato trovato nella notte fra venerdì e sabato sotto passo Sant’Antonio. Aperte due inchieste


di Roberto Franceschini


TRENTO. È partito venerdì mattina dall’aeroporto Caproni per un volo con il suo motoaliante. Ma non ha mai fatto ritorno e nella tarda serata è partito l’allarme. Le ricerche di Walter Giordani, ingegnere elettrotecnico di 70 anni di Rovereto, si sono concluse in maniera tragica. Verso l’una della scorsa notte il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato nella zona di passo Sant’Antonio, nel comune di Terlago.

Gli ultimi a vedere il Ventus 2cM/18m sono stati una guardia forestale e alcuni residenti che lo avevano notato sorvolare proprio la zona del passo. Era le 11 di venerdì. Ed è l’ultima segnalazione. Un amico aveva provato a chiamarlo verso le 15.30, ma il cellulare aveva continuato a suonare senza che nessuno rispondesse. La sera la moglie Isabella, spaventata dalla mancanza di notizie, ha dato l’allarme. E le ricerche hanno avuto un esito tragico.

Su quanto successo cercheranno di far luce due inchieste, una della procura e una dell’Ansv, l’agenzia nazionale per la sicurezza in volo. Che ha chiesto che venga eseguita l’autopsia sul corpo di Giordani. Un esame che forse potrà fornire delle indicazioni su quando è avvenuto l’incidente e su quali possano esser state le cause. Per ora siamo nel campo delle ipotesi perché non ci sarebbero testimoni diretti del fatto. E fra le possibilità ci sarebbe il malore dello stesso Giordani mentre era alla guida del moto aliante. Quello che appare ad escludere è che il tragico incidente sia il frutto di un tentativo di atterraggio d’emergenza. «Sono andato nella zona dove è stato ritrovato Walter - spiega Davide Leonardi amministratore dell’aeroporto Caproni, che di Giordani era amico e con il quale condivideva la passione per il volo - è direi che non può aver tentato un atterraggio all’ultimo minuto. È molto impervia non si presta ad una manovra simile. E lui era un veterano del volo. Aveva un sacco di ore all’attivo. Non so esattamente quante ma sicuro più di 2 mila».

Giordani amava molto volare e amava documentare con la videocamera quello che vedeva da lassù, dove solo pochi arrivano. Il suo «diario» di viaggio racconta che era uscito con il motoaliante anche mercoledì. Partito alle 9 dal Caproni, si era diretto verso l’Alto Adige e aveva fatto rientro alle 16. Oltre 300 chilometri sorvolando monti e vallate. E quel giorno, una volta atterrato, aveva chiamato casa, per dire che tutto era andato bene. Una telefonata rassicurante che la moglie di Giordani venerdì ha atteso inutilmente. Quel giorno era partito da casa verso le 8. Al Caproni ha fatto il pieno, e poi, con calma è partito. «In questi casi - spiega ancora Leonardi - non è previsto un piano di volo e con il suo aliante Walter non aveva bisogno di un mezzo per decollare: aveva il motore e faceva tutto da solo». Come sempre si era diretto verso la Paganella dove ha cercato delle correnti ascensionali che lo aiutassero a raggiungere l’altitudine giusta per veleggiare sopra le sue amate montagna. E nella zona di Terlago qualcosa non è andato per il verso giusto e l’aliante si è schiantato contro un ghiaione. L’impatto è stato violento come testimonia la foto che pubblichiamo. Ma, come detto, non è ancora conosciuta l’ora dell’incidente. Quello che si sa è che verso le 15.30 un amico ha provato a contattare Giordani (che per anni era stato direttore dell’Asm, la municipalizzata di Rovereto e anche amministratore delegato dell’Ags di Riva) ma senza avere risposta.

La moglie Isabella verso le 19 ha iniziato a preoccuparsi. Non era da suo marito lasciarla senza notizie, ed erano passate diverse ore dal momento in cui aveva lasciato casa. La donna ha quindi contattato il Cus, il circolo di Trento di cui Giordani era socio da 25 anni. E da lì è partito l’allarme. I primi accertamenti sono stati di carattere tecnico. Pare che nessuno sapesse quali fosse il suo piano di volo e la zona dell’incidente è stata ricavata incrociando vari dati fra i quali quelli forniti dall’applicazione «Trova l’iPhone». E all’una è stato individuato dagli uomini del soccorso alpino (una ventina quelli intervenuti dalle stazioni di Paganella e Rotaliana) e dai carabinieri. Il velivolo era circa 150 metri sotto la strada del passo. E per Giordani non c’era, purtroppo più nulla da fare.

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