L’agenda Mazzalai scuote la politica

Le priorità indicate dal presidente di categoria raccolgono l’interesse dei leader in vista delle provinciali


di Luca Marognoli


TRENTO. Il “manifesto” degli industriali diventa agenda politica. L’appello alle forze politiche rivolto dal presidente Paolo Mazzalai a dare risposte su alcuni punti strategici come semplificare la burocrazia, potenziare il welfare e rafforzare il rapporto con il territorio dell’Università e della ricerca, viene raccolto dai principali leader in lizza per Piazza Dante: Ugo Rossi (Centrosinistra autonomista), Diego Mosna (Progetto trentino e civiche) e Giacomo Bezzi (Forza Italia).

Tutti però respingono l’accusa che in Trentino sia in atto una deriva politica, dove l’attenzione alle poltrone oscurerebbe quella ai programmi. Per Rossi «molti degli argomenti di Mazzalai sono entrati anche nella nostra campagna, come far partire la crescita per garantire la coesione sociale. Ci siamo confrontati sul tema dei fondi sanitari integrativi e ci siamo ripromessi che risentirò la sua categoria, come le altre. Sulla crisi la politica trentina ha dimostrato di saper dare risposte concrete, anche se magari non l’ha fatto sempre in maniera lucida e coerente». Mosna concorda: «La possibilità di gestire importanti risorse ci ha permesso di migliorare i servizi, che sono al di sopra della media nazionale. La nostra attenzione è concentrata ora su come migliorare gli introiti della Provincia. La capacità di produrre reddito da parte delle imprese per redistribuirlo ai cittadini è una delle mie preoccupazioni principali». Bezzi invece attacca: «Mi chiedo dove siano stati chiusi fino a ieri gli industriali. In politica bisogna avere coraggio: sono solo felice che siano usciti allo scoperto dopo che è caduto il muro di Dellai. Ma bisogna essere disposti a sporcarsi le mani: non è possibile che siano in campo solo i dipendenti pubblici o quelli che non hanno mai piantato un chiodo come Dellai e Rossi».

Ma ecco i candidati “snidati”sui temi proposti da Mazzalai.

Semplificare la burocrazia.

Rossi: «Non basta ridurre alcuni procedimenti: dobbiamo fare in modo che ci sia una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini, che punti a trovare soluzioni. É un apparato che sa dare risposte: dobbiamo solo migliorarne la velocità e creare una cultura del sistema pubblico orientata al valore delle imprese per garantirne competitività».

Mosna: «La semplificazione è straordinariamente importante, perché non uccide la voglia di fare impresa ma è lo stesso burocrate il primo a restarne schiacciato. É urgentissimo che si indicano delle riunioni per capire dove intervenire, con una modifica della parte legislativa e una sensibilizzazione a segnalare le sacche di difficoltà e improduttività nell’applicare le norme».

Bezzi: «Siamo per meno Provincia e più privato, per aiutare le imprese, perché sono loro che possono aiutare l'occupazione. Bisogna anche razionalizzare tutte le sovrastrutture istituzionali come Comunità di valle e Comuni».

Potenziare il welfare.

Rossi: «I due pilastri sono crescere ma mantenere alta l'attenzione sul welfare. Dobbiamo però lavorare perché ci sia un altro modo di intendere quest’ultimo, cercando di innovare: i fondi sanitari integrativi sono un esempio. O comunque cercare edi valorizzare anche il privato sociale perché sia in grado di attrarre le risorse che le famiglie spendono privatamente, in particolare nell'assistenza agli anziani. Creando Pil e posti di lavoro».

Mosna: «Il nostro welfare è a un livello già molto buono: per poterlo mantenere il settore privato deve farsene carico però producendo più reddito. É determinante che le imprese possano tornare a un livello di competitività e di utili».

Bezzi: «Il Trentino è sempre stato molto attento al welfare, ma prima degli extracomunitari vengono i trentini. Non mi piace questa deriva del Patt che va con la Beltrami: lo dico da autonomista di centrodestra senza alcun razzismo, perché non mi appartiene».

Rafforzare il legame tra ricerca e territorio.

Rossi: «Quando Mazzalai dice che dopo avere fatto ricerca di base bisogna concentrasi sulle sue ricadute sono d'accordo, purché non si dimentichi la prima. Certamente su Università e Fbk va rinnovata l’attenzione: dobbiamo controllare meglio come si spende il denaro e garantire misurazioni di redditività».

Mosna: «L’Università, che ha uno scopo primario educativo, dovrebbe essere più rivolta alla ricerca pura, mentre Fondazione Mach e Fbk dovrebbero dedicare tutte le energie alla ricerca applicata. Cosa che in parte già avviene».

Bezzi: «Non c'è dubbio che il legame va rafforzato, ma in una visione internazionale: ho girato il mondo e l'interesse per le nostre aziende è importante. Il nostro partito ha una grande apertura su questo e ne ho già parlato con Bort e De Laurentis».

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