TRENTO-ROMA

Ius soli, digiunano anche Dellai e Nicoletti

No di Tonini e Fravezzi: «Legge da approvare, ma siamo parlamentari e scioperare non ha senso»



TRENTO. Ci sono anche i deputati trentini Michele Nicoletti (Pd) e Lorenzo Dellai (Democrazia Solidale) tra gli oltre 70 parlamentari che hanno aderito allo sciopero della fame a staffetta per lo ius soli, promosso da Luigi Manconi, una forma di pressing sulla maggioranza per riportare in aula la legge sulla cittadinanza per i figli dei migranti accantonata per il no degli alfaniani e qualche perplessità anche nelle file Dem.

Alla mobilitazione ha aderito anche il ministro Graziano Delrio: «Siamo ancora in tempo - ha detto - non arrendiamoci all'inverno prima di avere combattuto. È una battaglia non di un gruppo politico, ma di civiltà. Penso che i partiti non devono dare ordini, perché è un voto sui diritti».

Sia Nicoletti che Dellai avevano pubblicamente sostenuto la necessità e l’opportunità dello ius soli. Diversa invece la posizione dei senatori Tonini e Fravezzi. «Non ho mai firmato appelli al parlamento. Essendo un parlamentare mi pare un po’ stravagante», spiega Giorgio Tonini (Pd). «Sono convinto che dopo la sessione di bilancio dobbiamo fare un tentativo serio in Senato per approvare la legge, e penso che i numeri possano esserci».

Sulla stessa linea Vittorio Fravezzi: «In tempi non sospetti ho detto che sono assolutamente favorevole allo ius soli. Ma non condivido l’idea di uno sciopero contro noi stessi parlamentari, e queste iniziative eclatanti come lo sciopero della fame mi sembrano più una mossa per ottenere visibilità. Va preso atto che su questa legge c’è in parlamento un problema di numeri, e trovo irresponsabile chi dice “Mettiamo comunque la legge in votazione e poi vediamo”. Il nostro sforzo dev’essere quello di spiegare, con equilibrio, evitando azioni che spacchino il Paese, cercando di allargare i confini di questa riflessione oltre la maggioranza che sostiene il governo Gentiloni».

Lo ius soli “temperato” prevede che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno 5 anni e superato almeno un ciclo scolastico. I ragazzi nati all’estero ma che arrivano fra i 12 e i 18 anni potranno ottenerla dopo aver abitato in Italia per almeno 6 anni e avere superato un ciclo scolastico.













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