Italcementi, preoccupano i costi della bonifica 

Agostini (Patrimonio del Trentino): «Ciminiere, la decisione è politica. Valutare se vale ancora la pena». Domani il tema torna in commissione urbanistica


di Sandra Mattei


TRENTO. «Abbiamo lanciato il sasso, ora però la decisione deve essere politica, perché il mio non può essere il parere da tecnico, visto che ricopro un ruolo istituzionale». Ad esprimersi così è Mario Agostini, presidente di Patrimonio del Trentino, società immobiliare della Provincia che si trova in mano la patata bollente delle ciminiere dell’ex Italcementi. Uno scenario complesso, con tre protagonisti: il Comune, la Provincia e l’Università. Quest’ultima attende da tempo che si liberi l’area di Trento Fiere per realizzare la mensa studentesca e creare un collegamento tra la cittadella universitaria e la nuova Buc delle Albere, e l’ipotesi più accreditata fino a qualche settimana fa era di destinare il polo espositivo all’ex Italcementi. Fino a quando non è apparso chiaro, dopo la relazione svolta dai tecnici incaricati da Patrimonio del Trentino, la settimana scorsa alla commissione urbanistica, che per utilizzare quell’area per qualsiasi destinazione, dovranno passare come minimo 8 mesi, necessari per la bonifica.

Di fronte ai consiglieri della commissione urbanistica, «basiti» come si è detto Massimo Ducati, delegato per l’Adunata nazionale degli alpini, perché si pensava fosse acquisito che quest’ultimi potessero accamparsi all’ombra delle ciminiere, i due tecnici del comune Lorenza Forti e Mario Gentilini hanno spiegato che prima di qualsiasi progetto, su quell’area si deve stendere uno strato di 50 mila metri cubi di terra, per la bonifica.

Poi, l’ulteriore intervento, più complesso sarà di mettere in sicurezza le ciminiere perché, come hanno spiegato l’ingegnere Franco Decaminada e il geologo Icilio Devigili, visto lo stato di forte degrado dei manufatti ed il rischio di crolli della parete restrostante, non è dato lavorare in sicurezza e tanto meno realizzare qualsiasi progetto, se non dopo i lavori di consolidamento. A questo punto, è stata espressa da parte della commissione urbanistica l’esigenza di ritrovarsi per ascoltare dalla società Piedicastello spa (della Cooperazione che ha permutato l’area dell’ex Italcementi con la Provincia) come e in che tempi avverrà la bonifica. La convocazione è per domani, alla presenza del direttore della Federazione della cooperazione Alessandro Ceschi. Commenta il presidente della commissione, Emanuele Lombardo: «Diciamo che c’è stato un difetto di comunicazione tra il Comune e la Provincia e, mentre su quell’area si ipotizzava il centro espositivo, lo studentato, i parcheggi, non era ancora arrivata la delibera della giunta provinciale che approvava il piano di bonifica. Da parte della commissione c’è a questo punto la volontà di sapere come procederanno i lavori per la messa in sicurezza dell’area, tenuto conto che ci sono anche 5 cisterne che contenevano idrocarburi, e va chiarito se basta coprirle con uno strato di terra o se si dovrà asportarle. La mia domanda, in quella sede sarà: se si volesse costruire delle residenzialità, lo studentato abbiamo la possibilità di scavare? Perché il nodo è capire che cosa si potrà costruire e come su quell’area». A questo proposito, chiarisce Mario Agostini che scavare o non scavare è una questione di opportunità. «Per un cortocircuito normativo - afferma - noi entriamo in possesso dell’area solo dopo la bonifica di Piedicastello spa, quindi intanto si interra, perché è assurdo che si scavi prima di sapere dove serve. Se ci sarà una variante alla bonifica perché sarà necessario realizzare un parcheggio interrato, lo faremo, dove ci indicheranno. Preciso però che scavare ha dei costi e che esiste anche un problema di falda dell’Adige».

Agostini butta lì una suggestione: «L’elemento innovativo di questo progetto è non solo nello spazio, ma anche nel tempo. E in questa partita potrà essere messa in relazione anche l’area della Motorizzazione, perché è assurdo pensare di progettare tirando su un muro e che quell’area non vada ripensata nel suo complesso». L’ulteriore decisione da prendere, è quella sulle ciminiere. «C’è un vincolo del Prg del Comune di Trento sulle ciminiere, perché ritenute una testimonianza di valore storica, che comporta un ulteriore esborso di denaro pubblico (1 milione e 200 mila euro, ndr.) - commenta Agostini - e noi vogliamo che ci dicano se è ancora valido il vincolo o no».













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