«Iprase più attenta alla periferia»  

Il neo presidente. Parla Renato Troncon: «Il problema di una dipendenza eccessiva della scuola rispetto a Trento è molto evidente. Serve anche più internazionalizzazione. I corsi gender? Un tema che esamineremo con grande cura»



Trento. La nuova squadra che dovrà guidare Iprase (Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa) sarà capitanata da Renato Troncon, cui la giunta provinciale ha affidato il ruolo di presidente. Al docente universitario, con un ricco curriculum internazionale alle spalle, abbiamo chiesto che tipo di connotazione intende dare ad Iprase: «Il mio contributo è legato al mio vissuto, visto che ho sempre lavorato sulle politiche culturali. Tutt’oggi sono impegnato su progetti di “service design” e, del resto, il nuovo comitato scientifico rappresenta molto la scuola della formazione. Mi sono concentrato sull’alternanza scuola-lavoro e si tratta di aspetti utili a rendere la vita negli istituti il più possibile aperta e varia. Sono le cose a cui credo di più».

L’importanza dei contatti

Ma si diceva di un prof Troncon molto attento all’internazionalizzazione: «In effetti una parte della mia esperienza lavorativa, 12 anni, l’ho fatta in Germania, dove ho iniziato la mia carriera. Ancora ho ottimi rapporti con i colleghi di Berlino. E da lì ho sviluppato contatti importanti con gli Stati Uniti. Ho vissuto a scavalco diversi mondi, non sentendomi mai troppo trentino, ecco. Su questo va chiarito un concetto; “il piccolo è bello” se però sa essere intraprendente e sa relazionarsi con altri mondi. Voglio proporre al comitato scientifico di invitare queste grandi personalità con cui ho lavorato nel corso degli anni» osserva Troncon.

Tra centro e periferie

Che continua: «I termini innovativo e competitivo, non mi piacciono granché, vogliono dire tutto e niente. Servono novità ma insegnare nelle scuole non è semplice anche se pure essere uno studente non lo è sempre. Vorrei partire da dati veri e concreti della vita scolastica. Credo che Iprase debba riavere quel ruolo per cui è prevista: pur nel rispetto dell’autonomia scolastica, deve creare una buona dialettica tra centro e periferie. Non c’è dubbio che ci sia un problema di Trento centrismo».

La sfida dei social

Nella passata legislatura era arrivata ad Iprase una direttiva che metteva in guardia sull’incombente e soffocante presenza dei social network. Che ne pensa? «Gli educatori, Iprase stesso, non può seguire tutto. Servono servizi, una forma di aiuto per aiutare per insegnare a vivere meglio la scuola. Se guardiamo ai numeri della scuola trentina, che sono molto rilevanti, questo è un concetto importante. C’è il ritornello che recita che le competenze di oggi non sono necessariamente, in percentuale, quelle richieste anche domani. Ecco perché serve una visione più ampia».

I corsi gender

E che ne pensa del tema dei corsi gender: «Vedremo. Vogliamo fare il bene della scuola trentina e su questo tema occorre studiare».G.T.













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