«Io, ridotta in schiavitù a 17 anni»

Il dramma di una macedone picchiata e violentata per mesi a Trento sud


Jacopo Tomasi


TRENTO. Schiava ad appena 17 anni. Costretta ad avere rapporti sessuali, a svestire e rivestire i suoi sfruttatori, a lavare loro i piedi, fare le pulizie dell'appartamento. E, quando si rifiutava di ubbidire agli ordini, veniva punita a cinghiate. È l'inferno che ha vissuto una ragazza macedone arrivata a Trento all'inizio di quest'anno promessa sposa di un kosovaro residente in Trentino.

La vicenda era già stata resa pubblica nel maggio scorso, quando la giovane era coraggiosamente riuscita a scappare dalla casa-prigione di via Bettini, alle Torri di Madonna Bianca, e presentarsi stremata alle forze dell'ordine. Aveva raccontato tutto, portando all'arresto del suo promesso sposo-aguzzino, Elvis Asani, 24enne pregiudicato. A distanza di qualche mese la vicenda torna d'attualità perché nei giorni scorsi Floriana (il nome è di fantasia), ora maggiorenne, ha raccontato al tribunale di Trento, la sua versione, rivivendo l'inferno di quei mesi in schiavitù.

La ragazza è arrivata a palazzo di giustizia protetta dalle forze dell'ordine, come un pentito di mafia. Poi, emozionata, ha iniziato il suo racconto, durato più di tre ore. Ha ricordato l'inizio, il fidanzamento, il sogno di vivere in Italia. «La prima volta - ha raccontato Floriana, difesa dall'avvocato Chiara Pontalti - ho visto lui (il promesso sposo, ndr) via web-cam. Mi è piaciuto e ho accettato il fidanzamento proposto alla mia famiglia». In Macedonia si è svolta la festa. Alla famiglia di lei sono stati regalati degli oggetti del valore di circa 1.000 euro per definire l'accordo del fidanzamento. Così, a gennaio di quest'anno è arrivata a Trento.

La promessa di un matrimonio e di una vita tranquilla si è presto trasformata in un incubo. «Pensavo di vivere con il mio fidanzato, invece mi sono ritrovata in casa con tutta la famiglia di lui», ha raccontato davanti al pm Antonella Nazzaro. Altro che fidanzamento. La ragazza era stata "acquistata" per fare la schiava. «Sono uscita solo una volta, ma ho dovuto tenere sempre gli occhi bassi. Poi, mi hanno costretta a restare sempre in casa», ha continuato. «Non potevo nemmeno telefonare alla mia famiglia in Macedonia. Dovevo fare le pulizie dell'appartamento, ma non solo. Ero obbligata anche a lavare i piedi agli uomini, svestirli e rivestirli come fossero dei bambini».

Umiliata, segregata e anche violentata. «Quando mi rifiutavo di avere rapporti sessuali mi picchiava, frustandomi con la cintura». Una volta, ha raccontato Floriana, è stata picchiata anche perché ha cercato di affacciarsi alla finestra. Questo inferno è durato qualche mese. Verso la metà di aprile, infatti, la diciassettenne esasperata dalle continue violenze, ha pianificato la fuga dall'appartamento di Trento Sud. Una mattina, attorno alle 6, dopo essersi accertata che tutti stessero dormendo, ha afferrato le chiavi della porta (che le erano state negate e venivano sempre nascoste) ed è scappata.

Da quel giorno vive in una residenza protetta, ma il suo sogno sarebbe quello di tornare a casa, in Macedonia. Per ora la richiesta non è stata accettata. Per la Farnesina è troppo alto il rischio che la famiglia Asani possa vendicarsi. Alcune minacce, infatti, sono già arrivate ai suoi familiari. La speranza si legge negli occhi di Floriana. La speranza di tornare a vivere e di avere giustizia. L'indagine è ancora in corso. Elvis Asani è accusato di violenza sessuale aggravata e sequestro di persona, ma potrebbe anche essere ipotizzato il reato di riduzione in schiavitù.













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