Insulti, lanci di oggetti, espulsioni Notte folle in consiglio regionale

Widmann e la maggioranza: linea dura in aula per superare l’ostruzionismo. Le minoranze insorgono Tre giornate di sospensione a Pöder, due a Civettini. La legge elettorale di Bolzano passa all’alba


di Chiara Bert


TRENTO. Espulsi dall’aula Andreas Pöder (BürgerUnion) e Claudio Civettini (Civica Trentina): al primo tre giornate di sospensione, due al secondo. Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) lancia un bicchiere di vetro che va a spaccarsi contro una balaustra, poi urla a squarciagola “fascisti” rivolto ai banchi della maggioranza. Civettini grida “nazista” al vicepresidente del consiglio Thomas Widmann (Svp). Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) fa volare un bidone della carta in mezzo all’emiciclo e poi si arrampica fino al banco della presidenza all’attacco di Widmann: «Io sono molto più vecchio di lei e sono qui da 25 anni, mi deve dare la parola».

È finita poco dopo le 6 di ieri mattina la notte di bagarre in consiglio regionale, dove si votava la nuova legge elettorale per Bolzano (approvata con 39 sì, 6 astensioni e 3 contrari). Una maratona cominciata venerdì mattina alle 10 e andata avanti per venti ore, in un clima via via più infuocato. La maggioranza ha scelto di adottare una linea dura per superare l’ostruzionismo delle minoranze tedesche: Blaas e Pöder puntavano ad affossare il ddl della giunta o a convincere la Svp a ridurre i consiglieri comunali da 45 a 35. Ma l’interpretazione rigida del regolamento, che ha tagliato decine di emendamenti giudicati inammissibili, ha scatenato le opposizioni, anche trentine. Il cambio alla presidenza dell’aula - dove il vice Widmann (che tra pochi mesi diventerà presidente in nome della staffetta Trento-Bolzano) dal pomeriggio ha sostituito Chiara Avanzo - ha aumentato la tensione. Scene surreali: Pöder ha continuato a leggere il suo emendamento nonostante fosse stato ammonito, il consigliere ha risposto dando del “nazista” a Widmann che ha messo al voto l’espulsione. Incaricati di accompagnare il consigliere fuori dall’aula i consiglieri Alessio Manica e Hans Heiss: missione impossibile. Dall’aula viene espulso anche Civettini: anche lui si è rifiutato di lasciare l’emiciclo.

Tra ripetute interruzioni e riunioni di minoranza e maggioranza, i lavori sono proseguiti. Ma la bagarre è scoppiata quando Widmann ha adottato una linea rigida anche sui tempi degli interventi. A quel punto si è scatenato il caos: Urzì ha lanciato un bicchiere, preso a sberle il microfono e urlando “fascisti” si è avvicinato ai banchi Pd dove il capogruppo Manica si è alzato intimandogli di allontanarsi. Un incontro chiesto dalle minoranze con il presidente della Regione Ugo Rossi e del consiglio provinciale di Trento Bruno Dorigatti ha interrotto la seduta per più di due ore e allentato la tensione. Un maxiemendamento dell’assessore Noggler ha consentito di approvare la legge con una sorta di «canguro» e di chiudere la seduta all’alba. Dalle minoranze minacce di ritorsioni. Resta lo spettacolo indegno di un organo istituzionale, lo stesso che dovrebbe, di qui a breve, riformare lo Statuto di autonomia.













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