Infettato: ora pignora la Banca d’Italia

Ha contratto l’epatite C dopo una serie di trasfusioni: per il giudice ha diritto a 90 mila euro ma lo Stato non paga



TRENTO. Dalla sua parte ha una sentenza che condanna il ministero della salute a pagargli 90 mila euro di indennizzo. Una carta forte la sua, si dirà. Ma così non è perché sono passati quasi due anni ma quei soldi non li ha mai visti. Quello che ha visto, invece, è stata la sua vita peggiorare in maniera insanabile con un epatite C che lo segna da anni accompagnato da una poliomelite che lo hanno portato ad avere un’invalidità del 100 per cento. E cosa centra il ministero in tutto questo? All’origine - è stato appurato - ci sono delle trasfusioni di sangue che hanno portato all’infezioni. Trasfusioni che l’uomo ha «subito» nel 1982 quando si era ricoverato per una serie di interventi chirurgici. E ora con la sentenza in mano Paolo Pontrelli, l’avvocato che difende l’uomo ha avanzato un pignoramento nei confronti della Banca d’Italia con l’udienza fissata a Roma a fine aprile. Non è la prima volta che si cerca di seguire la strada del pignoramento. In prima istanza l’azione era stata rivolta contro Equitalia ma non era stata «produttiva». Equitalia, infatti, si è difesa dicendo che non era debitrice nei confronti del ministero della salute o dello Stato e quindi non poteva e non doveva rispondere del debito. Ora si passa alla Banca d’Italia e si attende la decisione del giudice.

L’indennizzo riconosciuto all’uomo - che ora ha 67 anni - non è altissimo. Si tratta di 90 mila euro che però per lui sarebbero preziosissimi. Per cercare di limitare le conseguenze della poliomelite, infatti deve seguire delle terapie in vasca che sono garantite dall’ente pubblico per circa cinque-sei mesi ma che poi sono completamente a carico dell’uomo. Un carico oneroso ma gli effetti delle terapie sono preziosi: quando li fa, infatti, riesce seppure con difficoltà a camminare ma quando è costretto a sospenderli si ritrova confinato su una sedia a rotelle. Quindi i 90 mila euro che in base alla sentenza del giudice Flaim sono un «giusto indennizzo» rappresenterebbe un aiuto economico con indifferente. L’uomo si era operato nel 1982. Interventi pesanti per i quali era stato sottoposto a 37 trasfusioni. Poi ha iniziato a stare sempre peggio e nel 1997 la «sentenza» medica: aveva contratto l’epatite virale cronica. Poi è arrivata anche la poliomelite ad aggravare la situazione e quest’uomo dovrà affrontare la Banca d’Italia per vedersi riconosciuto quell’indennizzo che è stato deciso due anni fa da un giudice.

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