Indagine in Valsugana: diossine oltre i limiti anche nell'area scolastica

Diossine fino a 4 volte oltre i limiti, anche nell’area scolastica. Trote contaminate nella Rosta Fredda e sforamenti nei livelli di zinco, piombo, cromo e cadmio. «La colpa è dell’Acciaieria», dicono i Medici per l’Ambiente. E il sindaco di Borgo Dalledonne è già stato a Roma al Ministero dell’ambiente: si studia una causa per ottenere un risarcimento dei danni ambientali



BORGO. Diossine fino a 4 volte oltre i limiti, anche nell’area scolastica. Trote contaminate nella Rosta Fredda e sforamenti nei livelli di zinco, piombo, cromo e cadmio. «La colpa è dell’Acciaieria», dicono i Medici per l’Ambiente. E il sindaco di Borgo Dalledonne è già stato a Roma al Ministero dell’ambiente: si studia una causa per ottenere un risarcimento dei danni ambientali.

Indagine indipendente e finanziata con i soldi (8mila euro) raccolti dai cittadini, quella presentata ieri sera in pubblica assemblea a Borgo. Per eseguire i campionamenti è stata richiesta la presenza e l’assistenza tecnica del Corpo Forestale e ci si è affidati ad un laboratorio accreditato in Germania. Il team di lavoro è composto da Marco Rigo, Maria Elena Di Carlo, Roberto Cappelletti, Massimo Cecconi e Piergiorgio Iobstraibizer. Sono stati raccolti 14 campioni su matrici organiche ed inorganiche, alcune già indagate dalla Provincia, altre nuove. «Ci siamo concentrati in particolare sull’area dove i bambini stanno molte ore al giorno», spiega Rigo.

Il sindaco di Borgo dal canto suo è appena stato a Roma dal dirigente del ministero dell’ambiente, assieme al senatore Santini. L’Avvocatura dello Stato dirà se e come si può avviare una causa per far pagare ai responsabili decenni di emissioni nocive.

E l’Acciaieria Valsugana spa? In poche righe ufficiali, sottolinea che «nessun organo preposto ha ritenuto di fare nuove analisi sulle emissioni». Mette in dubbio insomma il peso di un dossier privato, lamenta un clima di confusione che fa leva sulla paura della gente. E assicura di continuare a lavorare sodo, pensando alla crisi.

Erba. 1 campione prelevato in zona Visle. I valori di Pcdd e Pcdf (diossine e furani) sono 0,5 (la soglia di intervento dei cibi per animali da direttiva europea è 0,5, il limite di legge 0,75), quelli di Pcb (diossino-simili) 0,7 (soglia d’intervento a 0.35), per un totale di 1,20 quando il limite è 1,25 ma con un margine d’errore di 0,23. «Siamo quasi al limite di legge, l’erba è contaminata. L’Appa ha indagato nel sottosuolo, lì le concentrazioni sono più basse, ma in superficie salgono», spiega Rigo.

Latte. 4 campioni di latte vaccino di cui due provenienti da stalle di Borgo, una a 5 km e una in Primiero. I valori complessivi di diossine sono sotto i limiti di legge (con sforamento dei livelli di Pcb a Borgo) per tutte le stalle campionate, ma quelli di Borgo sono superiori, 1,31 e 1,57 contro lo 0,94 delle altre (limite è 6 per i cibi umani e 3, la metà, per i cibi per animali). «Sono ampiamente nei limiti ma il latte di Borgo è assimilabile a quello prodotto in una zona industrializzata e non in una valle alpina. C’è una traccia che fuori Borgo non c’è più. I dati della Provincia parlano di 0,25 e 0,4», commenta Rigo.

Sedimenti e trote. Due campioni prelevati a distanza di 15 metri nei sedimenti della Rosta Fredda, che scorre nei pressi dell’Acciaieria, dalla quale sono state campionate 3 trote. I sedimenti non hanno limiti di legge, sono stati trovati valori di 10,08 e 8,10 mentre nelle trote le diossine sono basse ma il valore medio di Pcb è sopra i limiti (7,45 contro la soglia d’intervento di 2,5), per un totale di 7,7 (il limite di legge per cibi umani è 8, e 4,5 per quelli animali). «Le trote sono contaminate da Pcb, i profili sono uguali a quelli trovati nei sedimenti, anzi ne superano la concentrazione perché sono eccezionali bioaccumulatori».

Polveri. 2 campioni di polvere su edifici in zona artigianale (Puisle), 1 sulle lampade esterne di un’abitazione privata in via Liverone, 1 sulle superfici esterne - ad altezza bambini - delle scuole elementari, 2 sulla tenda esterna e su un tetto di Piazza Romani. Qui c’è il dato più allarmante, con alte concentrazioni di diossine e di Pcb su tutti sei i campioni. In via Puisle si sono registrati 61,20 e 47,40 (a onor del vero il limite per aree industriali è 100), mentre nelle altre aree, dove il limite è 10, ci sono valori di 34,20 (via Liverone), 24,10 (scuole), 19,10 e 30,60 in Piazza Romani, a cui si sommano i Pcb. In Canada il limite è 4 per tutti i siti. «Il limite di 100 è per le fabbriche, ma in zona Puisle ci sono anche case. Sul tetto di un’azienda c’erano decine di chili di polveri, si tratta di un serbatoio di produzione di diossine secondarie, leggere, che il vento sposta: sono i veleni più pericolosi - specifica Rigo. - Man mano ci si allontana dalle Acciaierie, diminuiscono». Rigo spiega che tutte le polveri hanno un’impronta ben precisa, e da un confronto si è evinto come i profili delle diossine rilevate (Pcdd, Pcdf, Pcb), provengano dalla stessa fonte. «Un’analogia che, dal confronto, emerge anche tra questi profili e quello del camino E1 dell’Acciaieria. La prova che le polveri di Borgo dipendono dall’impianto», commenta Rigo. «E’ il risultato di avergli permesso con l’Aia, fino al 2009, di lavorare con limiti 1000 volte superiori. Da 20 anni i bimbi di Borgo vivono in questo ambiente, fra 15 anni vedremo le conseguenze».

Metalli pesanti. In Piazza Romani, dove ci sono le scuole, sono stati trovati valori ben sopra i limiti per cadmio (10 quando il limite è 2), cromo (160 con limite 150), piombo (290 con limite 100) e zinco (1.100 con limite 150).













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