Indagato l’agente: «La ragazza? Credevo fosse uno zaino»

La difesa del poliziotto in borghese accusato di aver calpestato la trentina Deborah Angrisani durante il corteo sulla casa di Roma



ROMA. «Camminavo guardando in alto, controllavo se arrivassero verso di noi bombe carta. Non mi sono accorto di nulla, credevo di aver calpestato uno zaino». Ha tentato di difendersi così l'artificiere immortalato sabato mentre calpesta una manifestante, già bloccata a terra da un altro agente, durante gli scontri scoppiati nella zona di via Veneto in occasione della manifestazione per la casa a Roma. L'agente, un artificiere, ora è indagato dalla procura di Roma per lesioni con l'aggravante dell'abuso di potere. Un reato contestato dal pm Eugenio Albamonte. Al momento all'attenzione del magistrato non è arrivata alcuna denuncia da parte della giovane manifestante. Il reato di lesioni è perseguibile d'ufficio solo in caso di ferite giudicate guaribili in oltre venti giorni ma non è escluso che chi indaga possa verificare la documentazione medica per risalire all'entità del danno procurato da quello che il capo della polizia, Pansa, ieri ha definito come «un cretino». Nella relazione inviata dalla Digos a piazzale Clodio è stata allegata anche la ricostruzione dei fatti fornita dall'agente dopo che spontaneamente si è presentato ieri negli uffici della Questura.

L'artificiere ha detto di «non essersi accorto» che quella in terra era una persona. «Credevo che fosse uno zainetto - ha spiegato - non mi sono reso conto perché stavo controllando la situazione e, nei momenti concitati degli scontri, se ci fossero bombe carta lanciate nella nostra direzione». Ad inchiodare l'agente alle sue responsabilità, che molto probabilmente saranno anche di natura disciplinare, però ci sono alcuni filmati e fotografie. Nei fotogrammi si vede l'uomo, con casco e giubbotto di pelle, che si avvicina ai due ragazzi finiti a terra e tenuti fermi da un altro agente, mentre calpesta violentemente il fianco destro della giovane salendo sopra l'addome con tutto il peso. Sul fronte delle indagini per gli scontri, sono fissati per domani a Regina Coeli gli interrogatori di garanzia per i quattro fermati. Il pm ha chiesto la misura del carcere per Lorenzo Marabina e Antonio Pompea accusati di lancio di oggetti, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. I domiciliari sono stati sollecitati per Ugo Esposito e, per l'appena diciottenne, Simon Canca. A questi ultimi è contestato il lancio di oggetti. Determinante, a fini della definizione delle singole posizioni, l'esame dei filmati girati durante gli scontri.

«Camminavo guardando in alto, controllavo se arrivassero verso di noi bombe carta. Non mi sono accorto di nulla, credevo di aver calpestato uno zaino». Ha tentato di difendersi così l'artificiere immortalato sabato mentre calpesta una manifestante, già bloccata a terra da un altro agente, durante gli scontri scoppiati nella zona di via Veneto in occasione della manifestazione per la casa a Roma. L'agente, un artificiere, ora è indagato dalla procura di Roma per lesioni con l'aggravante dell'abuso di potere. Un reato contestato dal pm Eugenio Albamonte. Al momento all'attenzione del magistrato non è arrivata alcuna denuncia da parte della giovane manifestante, la trentina Debora Angrisani. Andrea Coltelli, l'amico 19/enne che nelle immagini appare mentre cerca di proteggerla con il proprio corpo, conferma: «All'agente al massimo daranno qualche mese di sospensione e poi tornerà. Ci sono poliziotti che hanno fatto molto peggio, persino ucciso, per questo non abbiamo alcuna intenzione di fare denuncia: la giustizia italiana l'abbiamo già vista sabato». Coltelli dice che l'amica è dolorante al braccio e alla zona calpestata, mentre lui ha avuto dei punti di sutura in testa. Il reato di lesioni è perseguibile d'ufficio solo in caso di ferite giudicate guaribili in oltre venti giorni ma non è escluso che chi indaga possa verificare la documentazione medica per risalire all'entità del danno procurato da quello che il capo della polizia, Pansa, ieri ha definito come «un cretino». Nella relazione inviata dalla Digos a piazzale Clodio è stata allegata anche la ricostruzione dei fatti fornita dall'agente dopo che spontaneamente si è presentato ieri negli uffici della Questura. L'artificiere ha detto di «non essersi accorto» che quella in terra era una persona.

«Credevo che fosse uno zainetto - ha spiegato - non mi sono reso conto perchè stavo controllando la situazione e, nei momenti concitati degli scontri, se ci fossero bombe carta lanciate nella nostra direzione». Ad inchiodare l'agente alle sue responsabilità, che molto probabilmente saranno anche di natura disciplinare, però ci sono alcuni filmati e fotografie. Nei fotogrammi si vede l'uomo, con casco e giubbotto di pelle, che si avvicina ai due ragazzi finiti a terra e tenuti fermi da un altro agente, mentre calpesta violentemente il fianco destro della giovane salendo sopra l'addome con tutto il peso. Sul fronte delle indagini per gli scontri, sono fissati per domani a Regina Coeli gli interrogatori di garanzia per i quattro fermati. Il pm ha chiesto la misura del carcere per Lorenzo Marabina e Antonio Pompea accusati di lancio di oggetti, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. I domiciliari sono stati sollecitati per Ugo Esposito e, per l'appena diciottenne, Simon Canca. A questi ultimi è contestato il lancio di oggetti. Determinante, a fini della definizione delle singole posizioni, l'esame dei filmati girati durante gli scontri.













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