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Incidenti contromano in Trentino, una lunga scia di sangue

Numerosi gli episodi registrati dalla cronaca. Tra i più recenti la tragedia del Bus de Vela dove morirono due coniugi di Cembra. Altre due vittime in maggio sull'autrostrada del Brennero, nei pressi di Avio



TRENTO. Quello della tangenziale di Trento è solo l'ultimo di una serie di incidenti causati da veicoli contromano. Che negli ultimi mesi si sono fatti sempre più frequenti.Una lunga scia di sangue causata dalla disattenzione, dalla scarsa conoscenza del territorio, dall'età avanzata e anche dall'alcol.

Ecco alcuni degli episodi più gravi, assieme ai più recenti.

Il 6 ottobre in tangenziale, all'altezza di Martignano, una giovane alla guida di un'utilitaria diretta verso Trento aveva compiuto contromano un lungo tratto di strada. Era quasi mezzanotte: dopo avere percorso qualche chilometro verso Pergine, infatti, si era accorta di avere sbagliato, aveva accostato in una piazzola e compiuto un'inversione a "U". Una pattuglia della Polizia stradale aveva tempestivamente raggiunto e fermato la donna, nonostante la lunga galleria renda impossibile le comunicazioni.

Il 15 settembre lungo la strada del Bus de Vela un uomo in sella ad una Vespa aveva percorso qualche centinaio di metri in senso contrario, in direzione di Trento scegliendo però le corsie dedicate a chi va verso Cadine. Dopo l'incrocio con Sardagna un'auto che aveva iniziato la manovra di sorpasso di un autotreno era riuscita a rientrare in tempo.

Il 20 luglio una vettura era stata fermata in contromano lungo la tangenziale di Trento, ma la Polizia stradale aveva evitato il peggio. L'episodio si era verificato nel tratto in cui la tangenziale comincia a salire verso la galleria di Martignano. In quel punto un settantenne, medico, residente in città, stava viaggiando a bordo del suo suv Toyota diretto verso la città ma sulla corsia riservata ai mezzi diretti verso Pergine. Gli agenti della polizia stradale avevano avuto la prontezza di riflessi di accendere immediatamente i lampeggianti, di stringere il veicolo ai margini della carreggiata e di avvisare del pericolo i numerosi (vista l'ora) automobilisti che sopraggiungevano.

Il 19 luglio, di domenica, uno degli incidenti più tragici si era verificato al Bus de Vela, sulla Gardesana orientale, quando la moto su cui viaggiavano Francesco Merz, 47 anni, e la moglie Laura Nardon, 46 anni, residenti a Cembra, si era schiantata contro un suv, la Suzuki Vitara guidata da Patrizia Benedetti, maestra di Cles, che stava salendo contromano. Per i due coniugi, lei dipendente di un panificio a Cembra, lui agente di commercio originario di Povo, molto stimati e attivi nel volontariato, la morte era stata istantanea. Una tragedia che aveva colpito molto la comunità locale e tutto il Trentino: la coppia, infatti, aveva lasciato soli due figli: una ragazza di 17 anni e uno di 15. Patrizia Benedetti, invece, nel cui sangue era stata trovata una notevole quantità di alcol - 2,76 g/l quando il massimo per chi guida è fissato a 0,5 g/l- , era stata arrestata per omicidio colposo aggravato. E' in atto una transazione tra gli avvocati della famiglia delle vittime e l'assicurazione della controparte per una cifra che si aggirerebbe attorno ai due milioni e mezzo di euro.

Il 14 luglio a Rovereto una coppia di ventenni, pochi giorni prima del matrimonio, era rimasta coinvolta in un grave incidente nei pressi del sottopasso alla Favorita. I due fidanzati viaggiavano assieme, in sella ad una motocicletta diretta dal Millennium diretta verso Mori, quando si erano trovati davanti una famigliare con a bordo alcuni turisti siciliani, che aveva imboccato - in contromano - il sottopasso della favorita. Nello schianto la ragazza era stata sbattuta a terra, mentre il fidanzato aveva riportato vari contusioni.

Il 20 maggio ad Avio erano morte due persone e 5 erano finite all'ospedale, una delle quali in gravi condizioni. Le vittime erano state Otto Tomasoni, 90 anni, e Momcilo Zarkovic, serbo di 51 anni residente a Trento. Tomasoni, al volante della sua Toyota, era entrato in Autostrada attorno alle 22 dal casello di Ala Avio e aveva imboccato la corsia nord nel verso sbagliato. Stava guidando tenendo la propria destra, ma al contrario, cioè occupando la corsia di sorpasso, proprio mentre stava arrivando, in fase di sorpasso, una Citroën C3, condotta da Zarkovic, che era a bordo dell'auto con la sua famiglia. Per lui non c'era stato nulla da fare.

L'8 maggio un anziano di 91 anni, Aldo Melli, era entrato sull'Autobrennero al casello di Pegognaga, si era accorto di aver sbagliato strada e aveva tentato un'inversione di marcia con la sua Peugeot 106. Lo schianto era stato inevitabile e violentissimo contro una Mercedes che viaggiava lungo la corsia di sorpasso e l'anziano automobilista - che era sopravvissuto alla prigionia nei lager nella seconda guerra mondiale - era morto sul colpo.

Il 9 dicembre 2013, a imboccare contromano la statale della Valsugana, a Marter, era stata la Ford Fiesta condotta da Maria Antonietta Pia Lauro, 79 anni, albergatrice molto nota in Valsugana. Erano le 13, il traffico intenso e, arrivata a Novaledo, l'anziana si era schiantata contro la vettura di una trentenne di Borgo. Lauro era morta sul colpo; ferita la giovane.

Il 20 ottobre 2011 altro duplice mortale sull'Autobrennero, quando un cittadino cinese e uno polacco, a bordo di un Ducato con rimorchio, si schiantarono contro un tir viaggiando contromano a nord di Bolzano. Anche loro erano usciti da una stazione di servizio, la Isarco Est, nella direzione sbagliata. Dopo 7 chilometri, lo scontro con una Bmw in fase di sorpasso. Deceduti sul colpo Krzysztof Kania, polacco di 51 anni e Jin Yongjun, ristoratore cinese di 36. L'autista del camion invece ne uscì illeso.

Il 17 aprile del 2011 se la cavò invece l'uomo di 48 anni protagonista di un inseguimento della polizia stradale nei pressi di Bolzano. L'uomo era così ubriaco che uscì da una stazione di servizio autostradale in direzione sbagliata. Gli agenti della Stradale videro la sua auto viaggiare contro mano sui monitor della centrale operativa e inviarono due auto all'inseguimento: era notte fonda e l'incredibile corsa finì senza conseguenze.

Il 22 aprile 1991 suscitò clamore il viaggio contromano di quasi un'ora compiuto da un anziano conte roveretano che - entrato ad Affi - si diresse per errore verso Verona lungo la carreggiata sbagliata, a bordo di una Peugeot che venne intercettata dalla polizia stradale. A bordo dell'auto - assieme al conte, a cui venne ritirata la patente - c'erano anche il suo cane barboncino.













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