Incidente senza antineve, l’assicurazione rivuole i soldi 

Lo scontro mortale fra Canazei e Campitello nel 2008. Dopo l’assoluzione penale di padre e figlia, causa per il milione e 300 mila euro di risarcimento



TRENTO. Era un sabato sera di febbraio, del 2008, quando lungo la strada fra Canazei e Campitello, una macchina si scontrò frontalmente con una corriera. Un tragico incidente nel quale Elena Angelici, 19 anni e Francesco Spada, 20 anni morirono sul colpo, e un'altra ragazza rimase seriamente ferita. Bolognesi come bolognese era la ragazza alla guida del suv, Maria Giovanna Zunarelli, allora 19enne. La ragazza, come il padre, proprietario della macchina, erano finiti a processo. L’accusa aveva chiesto per entrambi la condanna ad un anno e mezzo per omicidio colposo. Perché? Perché il suv aveva solo due pneumatici antineve e non quattro. Sotto il profilo penale erano stati assolti, e intanto la loro assicurazione aveva liquidato i parenti dei ragazzi morti e la giovane ferita. Con una cifra totale di poco inferiore al milione e 300 mila euro. Tutto finito? No, perché l’assicurazione ha poi fatto causa ai Zunarelli chiedendo che vedersi restituire i soldi che aveva pagato come risarcimento. Per due volte, in primo grado e un appello, i giudici hanno dato torto alla compagnia assicuratrice che ha portato il caso in Cassazione, Che ha accolto il ricorso e ha rimandato la questione alla corte d’appello bolognese. Il perno della vicenda (giudiziaria) riguarda proprio in numero di gomme antineve. Secondo la compagnia assicuratrice « il trasporto non era avvenuto in conformità delle indicazioni della carta di circolazione del veicolo. E il contratto di assicurazione della rca stipulato a copertura dei rischi escludeva dalla copertura i danni causati alle persone trasportate in difformità dalle indicazioni della carta di circolazione. Un’eccezione, inopponibile ai terzi danneggiati, legittimava l'assicuratore a recuperare dagli assicurati le somme pagate alle vittime». La famiglia Zunarelli, nel processo che si è svolto a Bologna, aveva anche chiamato in causa la Provincia di Trento chiedendo che la responsabilità andasse iscritto (eventualmente anche con il carattere del concorso) alla stessa amministrazione. La colpa? Non avrebbe provveduto a mantenere in condizioni di sicurezza la strada. In primo grado il giudice aveva dato torno alla compagnia assicuratrice. La domanda era stata ritenuta inammissibile perché «la Unipol Assicurazioni, avendo transatto la lite coi danneggiati, nulla poteva pretendere dagli assicurati». In appello il no al ricorso era stato motivato dal fatto che a presentarlo era stata la Unipol Assicurazioni dopo che tale società si era fusa per incorporazione nella società Fondiaria-Sai , dando vita alla UnipolSai Assicurazioni. E dunque da un soggetto non più esistente. Per la Cassazione, invece, il ricorso doveva essere accettato perché «il difensore della Unipol Assicurazioni, in primo grado, ricevette mandato per assistere la società in tutti i gradi delle fasi di merito, e dunque anche per il giudizio d'appello».

Ma ecco cos'era successo quel terribile sabato sera di febbraio 2008. Cinque ragazzi bolognesi viaggiavano su un Pajero guidato da Maria Giovanna Zunarelli. Dopo la messa a Canazei gli amici avevano mangiato una pizza insieme e alle 22 stavano tornando a Campitello. Alla guida del fuoristrada c'era Maria Giovanna Zunarelli. Nell'affrontare una curva appena fuori dal centro abitato il mezzo scivolò, andando ad invadere la corsia opposta. Purtroppo in quel momento stava sopraggiungendo una corriera. E si verificò la tragedia.













Scuola & Ricerca

In primo piano