Inceneritore, slitta il nuovo bando

Serviranno ancora mesi. Incertezze finanziarie e niente incentivi dal governo


Chiara Bert


TRENTO. Doveva essere pronto a gennaio ma il nuovo bando dell'inceneritore slitta per l'ennesima volta. Per chiudere la partita ci vorranno ancora mesi. La parte finanziaria sconta diverse incertezze: degli attesi certificati verdi del governo non c'è traccia e resta da definire l'ammontare della tariffa da pagare al gestore. Provincia e Comune non vogliono correre il rischio di un altro flop. I tempi si allungano.Sei mesi di ritardo, era la stima accreditata nel dicembre 2010, quando la prima gara per il termovalorizzatore andò deserta. I mesi sono già diventati 13 e la strada si sta rivelando più in salita del previsto.

Per bandire la nuova gara Bolzano ne aveva impiegati solo 3, più altri 4 mesi per assegnare l'appalto, ma gli altoatesini avevano il vantaggio di non dover rivedere il bando in modo sostanziale. Ben diverso il caso trentino, dove l'assenza di offerte ha imposto a Provincia e Comune di modificare le condizioni. «Tra una cosa e l'altra, per chiudere ci vorrà un mese e mezzo», prevede l'assessore provinciale all'ambiente Alberto Pacher.

Ma tra i tecnici c'è chi sostiene che si arriverà a inizio estate. Bando più allettante.L'obiettivo è quello di rendere il bando più allettante per i privati. I quali lo scorso marzo avevano messo nero su bianco, i motivi per i quali avevano deciso di non partecipare alla gara: mancanza di garanzie sulla quantità di rifiuti per alimentare l'impianto, tariffa insufficiente a coprire le spese di investimento, incertezze sul rendimento energetico.

Spese a carico della Provincia. Alcune novità sono state messe a punto. La Provincia ha deciso di accollarsi alcuni costi delle opere accessorie che prima erano a carico dei privati, come la messa in sicurezza delle pareti rocciose a Ischia Podetti e la realizzazione della centralina necessaria per accumulare l'energia elettrica prodotta dal termovalorizzatore. Il costo è stato quantificato in circa 10 milioni di euro, su un costo totale dell'impianto stimato in 111 milioni.

Dubbi sulla tariffa. Un aiuto pubblico che da solo però non basta. Ed è qui che entra in gioco un altro aspetto finanziario: la tariffa da pagare al gestore per il conferimento dei rifiuti. Il primo bando l'aveva fissata a 110 euro a tonnellata (riducibile nel caso la raccolta differenziata superi il 65%), troppo poco secondo le aziende, che non potranno importare rifiuti da fuori Trentino. Nel nuovo bando si pensa dunque di alzarla (tra le ipotesi circolate c'è quella di introdurre una forbice fino a 140 euro), ma occorre garantire un equilibrio complessivo dei costi. Un aumento eccessivo della tariffa rischierebbe infatti di riversarsi alla fine sulla tariffa rifiuti a carico degli utenti, un pericolo che l'ente pubblico vuole scongiurare.

Niente certificati verdi. Provincia e Comune contavano su un aiuto dello Stato e per mesi hanno atteso che venissero ripristinati i «certificati verdi», pagati alle amministrazioni in proporzione alla produzione di energia dalla trasformazione dei rifiuti. Uno strumento che avrebbe garantito un'entrata di circa 3 milioni di euro, preziosi per far fronte ai costi di gestione e ammortamento. Ma per l'inceneritore di Ischia Podetti bisognerà quasi sicuramente fare senza. Senza contare che la situazione finanziaria generale non incoraggia in questo momento i privati. Già un anno fa le aziende interessate alla realizzazione dell'impianto avevano denunciato la diffidenza delle banche a concedere prestiti. E tutto lascia pensare che oggi il quadro sia peggiorato, anche nel ricco business degli inceneritori.













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