Inceneritore, Nimby sospende il digiuno

Stop alla protesta: "La politica finalmente ha preso coscienza dei cambiamenti"



TRENTO. Il primo giorno di digiuno era stato il 21 marzo del 2004 e la catena durò fino al 31 maggio 2008. Poi si è iniziato di nuovo a partire dai 21 febbraio. In totale sono state circa 500 le persone che nel corso di tutti questi anni hanno digiunato per dire no all’inceneritore. Alcuni nomi - una sessantina - si sono riproposti più volte e non è mai venuto meno la volontà di usare anche uno strumento che diventa personale per manifestare il proprio dissenso. Stiamo parlando di Nimby che con la catena del digiuno ha tenuto sempre di stretta attualità la questione dell’inceneritore. Un impegno che da oggi sarà sospeso. Ad annunciarlo è Alberto Rizzoli. Che spiega come ora si apra una nuova fase «visto che la politica sembra aver preso coscienza del significato dei mutamenti avvenuti in questo decennio. C’è qualcuno che è cresciuto e che si è reso conto degli errori che si stavano facendo seguendo la via della concentrare invece che quella del diluire».

Insomma le indiscrezioni sul nuovo bando che dovrebbe prevedere un inceneritore ecologico, un impianto di nuovissima generazione - probabilmente un gassificatore - che produce energia utile per remunerare l’imprenditore (oltre che per abbassare le tariffe dei cittadini) e a bassissima emissione, riducendo drasticamente i costi di realizzazione (il 70% del “conto finale” va proprio nell’abbattimento dei fumi) pare che abbiano convinto Nimby. Che sospende il digiuno ma non le sue attività. «Noi nel corso degli anni - spiega ancora Rizzoli - abbiamo fatto diverse cose con un impegno quotidiano per informare sia la gente che i politici. E su questo fronte non ci fermeremo. Un ultimo pensiero ai digiunanti. «A tutti loro - dice Rizzoli - va il nostro grazie in attese del passo definitivo verso un futuro sostenibile».













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