Inceneritore di Trento, Andreatta non si ferma

Il sindaco del capoluogo: «Soldi della Provincia per aiutare i privati e tariffe da ridefinire»


Luca Marognoli


TRENTO. La Provincia metterà i soldi per realizzare le opere accessorie all'inceneritore, come l'urbanizzazione dell'area e la messa in sicurezza della parete rocciosa soprastante. Le tariffe di smaltimento saranno riviste. Il numero di impianti simili in Europa sarà ridotto da tre a due o uno e si guarderà anche ad altre realtà avanzate, come India, Giappone o Israele. E, restando alla parte infrastrutturale, una novità che farà piacere ai residenti della Vela: in giugno-luglio approderà in commissione urbanistica l'atteso ponte sull'Adige che toglierà i camion dall'arginale deviandoli sulla tangenziale. Il sindaco Alessandro Andreatta, nel consiglio straordinario sull'inceneritore, ha tracciato una road-map in otto punti per rivedere il bando in modo da renderlo appetibile alle società di gestione e mantenerlo nel contempo rigoroso dal punto di vista della tutela della salute e dell'ambiente. Tra queste, il possibile aumento del punteggio per chi si prende carico anche della rete di teleriscaldamento (la Provincia sta effettuando uno studio sull'argomento), perché ritenuto «di grande valore ambientale» e in grado di ridurre il numero di caldaie. Valutazioni sono in corso sul pretrattamento, «per capire se - anche qui - premiarlo di più, con punteggi più alti, o esplicitarlo meglio», ma anche su questo punto bisogna andare avanti perché permetterebbe di intercettare 15 mila tonnellate di rifiuti. Conferma certa per l'impianto a due linee, molto più costoso di quello ad una sola ma garanzia - ha detto il sindaco - di flessibilità, sicurezza e indipendenza. «Questo dimostra che non abbiamo affatto ceduto ai privati», ha chiosato Andreatta. Senza nascondere che il nocciolo del discorso è «la sostenibilità economico-finanziaria dell'operazione, che è senz'altro problematica». Decisiva quindi la partita sulle tariffe, che è anche particolarmente complessa: primo, i 110 euro/ton per lo smaltimento sono oggetto di una valutazione che è ancora in corso ma verrà comunue fatta «un'integrazione dello studio di fattibilità su questa specifica parte»; secondo, la riduzione tariffaria prevista in caso di una differenziata più forte è anch'esso «un elemento di incertezza per i privati» e non è detto che non si intervenga anche qui con dei correttivi. Ad aumentare l'incertezza per le aziende, la variabilità della normativa sui certificati verdi, che avrebbero garantito un entrata di 3 milioni (su 101), ma che Tremonti ha tolto e poi sono stati parzialmente reinseriti. Il sindaco ha parlato per 50 minuti esatti. Di fronte agli ordini del giorno presentati dalle minoranze (uno da Pdl-Lega e Civica, uno dalla coppia Manuali e Maffioletti, uno da Porta di Rifondazione) e a quello dei "ribelli" Coppola, Giugni e Maestranzi, la risposta è stata netta: molte proposte erano già previste nel primo bando e nello studio di fattibilità, come il divieto di importazione dei rifiuti, il project financing e la possibilità di introdurre tecnologie come la pirolisi, la gassificazione e il processo al plasma. «Tecnologie che fanno già tutte parte del trattamento termico», ha detto Andreatta. Il quale si è detto disponibile ad accettare alcuni dei contributi proposti da Nicola Giuliano e dagli altri firmatari dei documenti «purché si dica con forza che erano stati già previsti». Pronta la replica del capogruppo del Pdl: «Il sindaco non può dire che questo punto c'era e l'altro no. Il secondo bando non esiste ancora e sta al consiglio dare degli indirizzi». Duro Andrea Merler: «Pacher dice che non è con il ritocco elle tariffe che si troveranno le soluzioni, ora Andreatta dice l'opposto. Si mettano d'accordo». Mentre Maestranzi ha accusato il sindaco di scarsa trasparenza: «Lui stesso non è convinto che l'inceneritore si debba fare».

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