In Trentino dimezzati i contadini

In dieci anni calati del 43,4%, spariti gli allevamenti di galline da uova


Jacopo Tomasi


TRENTO. Il Trentino non è più una terra di contadini e allevatori. Tra il 2000 ed il 2010, secondo il censimento generale dell'agricoltura realizzato dall'Istat, nella nostra provincia sono calati drasticamente gli ettari destinati alle coltivazioni. Naturale conseguenza è stata anche la diminuzione delle aziende, con le realtà più piccole che hanno sofferto maggiormente.

Se nel Dopoguerra - e fino ad una ventina d'anni fa - l'agricoltura e l'allevamento erano tra i settori trainanti dell'economia trentina, nell'ultimo decennio il trend è cambiato. Non solo in Trentino, ovviamente, ma più in generale in Italia ed in Europa. Come dimostra l'indagine Istat pubblicata nei giorni scorsi, le aziende agricole e zootecniche trentine sono quasi dimezzate. Spazzate via molte a conduzione familiare, delle quali era ricco il Trentino, a resistere sono le imprese più strutturate.

E' calata anche la superficie agricola. In dieci anni 12.000 ettari che prima erano coltivati, sono stati "erosi" dal cemento o dal bosco. Cifre fredde che però raccontano di un Trentino che cambia, che segue una società globalizzata, che talvolta perde di vista tradizioni e mestieri.

Partiamo con la zootecnia. Tra il 2000 ed il 2010 le aziende sono calate soprattutto per quanto riguarda l'allevamento di galline da uova (-93%), polli da carne (-81,2%), suini (-71,6%), ovini (-31%) e bovini (-19,5%). Il trend non è stato così negativo per quanto riguarda i capi di bestiame che hanno registrato una sostanziale tenuta. Sono addirittura aumentati gli ovini (+26%), rimasti invariati i bovini (-0,9%) ed i polli da carne (-3%). Il calo più sostanzioso c'è stato negli allevamenti di suini (-14,7% di bestie), ma soprattutto in quelli di galline da uova.

Altro che galline dalle uova d'oro: in 10 anni, come detto, le aziende sono calate del 93%, passando dalle 2.535 del 2000 alle 171 del 2010. Anche in questo caso, a soffrire sono state soprattutto le realtà più piccole, con meno di 100 capi. Le galline sono passate quindi da 270.495 esemplari a 106.051, con una riduzione del 60,8%. Le aziende che si occupano di suini sono passate da 409 a 116 e gli esemplari da 6.352 a 5.416. Un calo legato anche a motivazioni di sostenibilità ambientali: per reggere la concorrenza un allevamento di suini deve avere dimensioni elevate, che in Trentino non sono possibili. Sono appena 3 le aziende con più di 1.000 esemplari, mentre sono 85 quelle con meno di 5 animali. Realtà piccole, ma di qualità.

Veniamo all'agricoltura. Secondo il censimento realizzato dall'Istat la superficie agricola utilizzata è calata di oltre 12.000 ettari in 10 anni, passando dai 146.729 del 2000 ai 134.500 dell'anno scorso. Si riducono le porzioni di territorio coltivate e, di conseguenza, calano le aziende. Nel 2000 c'erano in Trentino ben 27.716 aziende individuali che si occupavano di agricoltura, ma nel 2010 sono passate a 15.700. Un calo del 43,4%. Sono cresciute le società semplici e le società di capitali, mentre sono rimaste invariate le cooperative. Si tratta, comunque, di numeri minori.

Nel complesso in dieci anni il calo è stato di quasi 12.000 aziende. Entrando nel dettaglio ci si accorge poi come in Trentino negli ultimi dieci anni sia sparita la coltivazione di barbabietola da zucchero e di piante sarchiate da foraggio. Le aziende che coltivano patate sono calate del 74%, quelle di legumi secchi addirittura del 90% passando da 634 a 60. In difficoltà anche le coltivazioni di olivo (-17%) e vite (-25%), mentre a tenere sono le aziende che si occupano di piante industriali (+193%), piantine (+50%), agrumi (+100%) e vivai (+31%).













Scuola & Ricerca

In primo piano