il raggiro

In quattro anni intasca 79 mila euro di contributi

È a processo per truffa: secondo la procura avrebbe falsificato la realtà per farsi erogare assegni di cura, reddito di garanzia e aiuti alla famiglia



TRENTO. Quasi 79 mila euro in quattro anni. A tanto ammonta la truffa aggravata ai danni della Provincia messa in atto - così dice la procura - da un macedone che abita in alta Valsugana. E che avrebbe falsificato la realtà, inventando la convivenza con i propri familiari, per avere ogni tipo di aiuto. Dal reddito di garanzia, all’assegno regionale al nucleo familiare, dal contributo per il riscaldamento alla pensione per invalidi e indennità di accompagnamento per finire con l’assegno di cura. Una serie di episodi, dunque, che se si dimostrassero reali, potrebbero far guadagnare all’uomo il titolo di «specialista nelle truffe».

I fatti che vengono contestati con un lungo capo d’imputazione all’uomo sarebbero stati commessi fra il 2009 e il 2013 e l’ammontare totale delle erogazioni che l’ente pubblico avrebbe elargito e l’uomo incassato senza averne titolo è stato fissato ad esattamente 78.787,68 euro. E lui è accusato di aver usato artifici e raggiri ingannando chi doveva decidere sulle agevolazioni erogate. In particolare l’uomo avrebbe mentito sulla convivenza con i propri familiari e sulla residenza di questi, elementi che incidevano sull’erogazioni delle agevolazioni.

In particolare sotto la voce «reddito di garanzia», l’uomo avrebbe intascato dal novembre 2010 al gennaio 2013 circa 20 mila euro. Avrebbe anche intascato senza averne titolo 14 mila euro fra il 2009 e il 2011 come «assegno regionale al nucleo familiare» e circa tremila di euro stanziati come aiuto per le famiglie numerose. Solo che, da quando avrebbe verificato la procura, con lui con viveva un nucleo familiare numeroso. Altri 650 euro li avrebbe intascati bluffando sempre sulla composizione - e quindi sul numero - dei familiari conviventi grazie alla voce «contributo riscaldamento» per l’anno 2009. Infine arriviamo al capitolo che, se le accuse saranno dimostrate davanti al giudice, sarebbero il più triste. In base all’accusa, infatti, l’uomo avrebbe anche «usato» il figli disabile per avere dei contributi. Lo avrebbe usato nel senso che avrebbe autocertificato la convivenza con il ragazzo intascando oltre 32 mila euro fra il 2008 e il 2013 sotto la voce indennità di accompagnamento e assistenza integrativa invalidi assoluti». E altri 2.700 euro come «assegno di cura». L’uomo è pure accusato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico perché avrebbe attestato il falso nelle domande di autocertificazione e davanti a pubblici ufficiali. L’udienza di ieri davanti al giudice è stata rinviata.

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