In istituto236 bimbi Ora la Provincia punta sull’affido

Rossi: «Meglio le famiglie, ma a volte non è possibile» Bocciato in consiglio il disegno di legge del Pdl



TRENTO. Sono 343 in Trentino i minori che il tribunale ha temporaneamente allontanato dalle famiglie di origine:di questi, 236 sono ospitati in strutture residenziali, 107 sono stati dati in affido (51 a parenti, 56 ad altri nuclei familiari). Sono i dati che l’assessore provinciale alle politiche sociali Ugo Rossi ha comunicato ieri in consiglio, durante la discussione del disegno di legge del Pdl che puntava a modificare la legge sull’affidamento dei minori. Numeri in calo rispetto agli oltre 400 minori ospitati in istituto dal 2006 al 2009. «Il Trentino è secondo in Italia per numero di minori in istituto», ha accusato Pino Morandini, primo firmatario del disegno di legge, ricordando il trend in aumento, dai 362 del 2005, ai 421 nel 2006, 462 nel 2007, 458 nel 2008 e 422 nel 2009, mentre sono rimasti stabili i minori affidati a parenti o altre famiglie. «Stiamo parlando di figli, non di pacchi. Qualcosa non va», ha ammonito Morandini, per il quale il servizio sociale «spesso diventa esercizio di potere». «I bambini che non possono rimanere con i loro genitori, hanno diritto comunque a stare in famiglia. Per ragioni umane ma anche economiche, visto che nel 2009 la spesa per i minori affidati a strutture è stata di 10 milioni e mezzo».

A sostegno del disegno di legge anche Nerio Giovanazzi e la Lega, che con Claudio Civettini ha usato toni pesanti parlando di «bambini esropriati alle famiglie» e di «istituti per il sequestro dei minori»: «Si pensi al bene dei bambini e non a quello delle strutture che sono un business».

Toni inaccettabili per l’assessore Rossi, che ha ribadito la netta contrarietà della giunta: «Si sta utilizzando il tema dell’affido familiare in modo strumentale, per parlare dell’allontanamento dei minori. Abbiamo numeri più alti rispetto ad altre Regioni e ne siamo orgogliosi, perché altrove questi bambini sono per strada. Le comunità non fanno business, ma l’affido familiare dev’essere lo strumento preferito quando è possibile. Per questo ci siamo dotati di un’équipe multidisciplinare che stenderà delle linee guida per potenziare questo strumento». Il ddl è stato bocciato per un solo voto (15 no, 14 sì), approvato invece un ordine del giorno di Morandini che impegna la giunta a promuovere ancor più l’affidamento familiare.©RIPRODUZIONE RISERVATA













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