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In commercio l'orto verticale prodotto in Trentino

L'ideatore Matteo Sansoni: "E' ideale per un balcone e produce 180 chili di verdura in un anno"



TRENTO. E' nato in Trentino il primo orto verticale aereoponico. Si chiama Veve - Vertical Veggies e ospita, in un metro quadro, ben 200 piante, equivalenti a 180 chili di verdura all’anno. Il balcone è la sua collocazione ideale e il sistema tencologico provvede ad annaffiare e nutrire le piante, quindi anche in assenza dei padroni di casa.

Veve potrà essere acquistato in esclusiva su kickstarter.com fino al 31 gennaio. «Abbiamo optato per la campagna di crowdfunding perché crediamo sia un ottimo canale di lancio europeo per Veve. Servirà per finanziare la rivoluzione della produzione di verdura nelle aree urbane», spiega Matteo Sansoni, ideatore di Veve.

Da anni, infatti, si promuovono gli orti urbani come strategia di sicurezza alimentare urbana. Ma dati gli spazi verdi limitati poche città hanno realmente implementato una strategia di "relisienza alimentare" km zero. «Ora, ogni cittadino con un balcone potrà produrre da solo alimenti naturali e sani, a centimetro zero. Il costo non va temuto: in meno di 3 anni avrete compensato i costi e aiutato l'ambiente. Producendo vera verdura biologica, di cui sarete voi i certificatori!», continua Matteo.

Grazie al timer per la vaporizzazione di acqua e sostanze nutrienti, Veve si "alimenta" da solo fino a 2 settimane. Veve è super-prolifico. In un solo mq di spazio, sul balcone, minigiardino, terrazza si possono coltivare 200 piante, l’equivalente di un orto orizzontale di oltre 20 mq.

Secondo i primi test, grazie alla tecnologia aeroponica le piante assorbono meglio gli elementi nutritivi, aumentando la produttività. Veve produce in media circa 180 kg di frutta, verdura e aromi per la cucina.

Tanti i soggetti che hanno già dimostrato interesse. «Abbiamo ricevuto numerosi contatti da ristoranti e esercizi di ristorazione, che vogliono aromi e verdura fresca veramente a Km zero. Anzi a centimetro zero», spiega Matteo. Non solo: anche ospizi, asili, scuole e case di accoglienza. L'orto infatti può essere usato come strumento educativo e di socialità. Inoltre non occorrono lavorazioni intensive, tipiche della coltivazione orticola: si annaffia da solo ed è facile da montare.













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