In arrivo una società pubblica per acqua e rifiuti

Giovedì il vertice fra Trento e Rovereto: base allargata a molti altri Comuni


Chiara Bert


TRENTO. Acqua e rifiuti. È l'abbinata di cui si occuperà una nuova società interamente pubblica, a servizio di Trento e Rovereto ma anche - auspicabilmente - di molti altri Comuni, i 17 che oggi hanno affidato gli acquedotti a Dolomiti Energia e altri che finora hanno scelto la gestione diretta. Lo scorporo dei due rami da Dolomiti Energia è ormai assodato, ma se sulla gestione dell'acqua la società in house pubblica al 100% era da mesi nei piani del Comune di Trento, la novità riguarda i rifiuti. Su questo fronte l'amministrazione era apparsa più possibilista sull'eventualità di mettere il servizio a gara, visto che in gioco non c'è un bene primario come l'acqua e ciò che interessa è un buon servizio con tariffe basse. Ma negli ultimi mesi l'orientamento è cambiato soprattutto confrontando i piani con quelli di Rovereto. La giunta Andreatta ne discuterà anche domani, nella consueta riunione del lunedì che servirà anche a preparare il vertice di giovedì a Rovereto. Sul tavolo c'è il responso della consulenza che ha prodotto un'analisi comparativa sulle diverse modalità di gestione del servizio idrico e di igiene urbana. Ma la scelta è soprattutto politica. Se l'opzione della gara è stata considerata per i rifiuti, alla fine la strada preferibile è apparsa la società pubblica per entrambi i servizi, acqua e rifiuti. «Un soggetto unico aperto al maggior numero di Comuni - spiega il sindaco Alessandro Andreatta - può avere una maggiore solidità e garantire più economie di scala». «Quanto più ampia sarà la base - aggiunge l'assessore Michelangelo Marchesi - tanto più alta potrà essere la sostenibilità dell'operazione e maggiori i risparmi». Nel caso di una società totalmente pubblica il rischio più temuto è infatti quello di un'operazione economicamente non vantaggiosa, visto che l'acqua è un servizio dove le tariffe coprono solo una minima parte dei costi. La risposta a questo svantaggio sarebbe un'alleanza tra più Comuni, che consentirebbe di raggiungere economie di scala, ovvero di abbassare i costi. Si tratta dei 17 Comuni che, oltre a Trento, attualmente hanno la gestione dei loro acquedotti affidata a Dolomiti Energia, una rete di distribuzione di 1,2 chilometri per un bacino di oltre 200 mila abitanti: si tratta di Rovereto, Ala, Albiano, Aldeno, Borgo, Brentonico, Calliano, Civezzano, Fornace, Grigno, Lavis, Mori, Nave S.Rocco, Nomi, Roveré della Luna, Volano e Zambana. Ma l'accordo potrebbe avere un effetto di trascinamento anche su quei Comuni che fino a oggi hanno optato per una gestione diretta. L'obiezione che potrebbe arrivare dal centrodestra - palazzo Thun lo sa bene - è che ancora una volta il Comune rinuncerebbe alla gara. Ma se per l'acqua la motivazione di una società pubblica appare più evidente, per i rifiuti la spiegazione è nella garanzia che potrebbe offrire sul fronte della raccolta differenziata e della futura gestione dell'inceneritore. Garanzia di un soggetto svincolato da logiche private, sicuro argine ai rischi paventati da più parti in questi anni, ovvero un freno alla differenziata per alimentare il termovalorizzatore.Se questa sarà la strada prescelta, a breve partirà l'iter per la costituzione della nuova società. «Con la garanzia - assicura Marchesi - della continuità occupazionale per il personale di Dolomiti Energia».

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