In agricoltura è l'ora delle donne

Boom ai corsi. Stefania Giovannini, 23 anni: «Coltivo fragole a Piné»


Carlo Bridi


BASELGA DI PINE'. Se negli ultimi 10 anni le aziende agricole sono calate del 42% e gli ettari destinati alle coltivazioni si sono dimezzati, ci sono però anche segnali in controtendenza. Il primo è il ritorno di giovani donne al comparto agricolo. Come Stefania Giovannini, 23 anni di Piné.

Il primo segnale lo si è avuto dai corsi per giovani agricoltori organizzati dall'istituto Agrario di San Michele: nell'ultimo decennio la percentuale di ragazze che ha partecipato ai corsi per futuri imprenditori agricoli è passata dal 15 al 40%.

Stefania Giovannini, 23 anni, ragioniera con la specializzazione linguistica è uno di questi casi in controtendenza. Ha frequentato a San Michele l'impegnativo corso di 600 ore e ha potuto accedere agli interventi previsti per i nuovi insediamenti in agricoltura. «Certo - racconta - all'inizio è stata molto dura, ma ora confido in una svolta decisa nelle rese aziendali».

Ma com'è nata la sua passione? «A Pinè è tradizione la coltivazione dei piccoli frutti e delle fragole, mia mamma era una dei produttori e quando ero studentessa mi coinvolgeva nel raccolto. Ma non mi piaceva molto e per questo, una volta diplomata, sono andata a lavorare sotto padrone, mi sono però resa conto che anche questo lavoro comportava delle difficoltà. Di qui la scelta nel 2009 di mettermi in proprio con 1500 metri quadrati di fragole fuori suolo e 2400 metri di more, affittando di un appezzamento di prato stabile che era falciato una o due volte l'anno vicino all'azienda di mia mamma con la quale peraltro siamo in perfetta collaborazione, anzi, è lei che mi da molti consigli».

Nel 2010 i primi raccolti di fragole unifere ma con scarsi risultati produttivi. «Per questo - racconta Stefania - ci siamo guardati in giro e siamo andati a cercare delle nuove varietà rifiorenti in Emilia Romagna. La prima messa a dimora è stata la Irma e sono stata la prima sull'Altipiano di Pinè. Considerato che i costi d'impianto dei sistemi di copertura ed irrigazione sono molto costosi, siamo nell'ordine di 10 mila euro ogni 1000 metri quadrati. Ho cercato di trovare tutti i sistemi per ampliare la stagione di raccolta ed abbattere i costi.

Interviene il padre di Stefania, Gianni, che fa un'altra professione: «Mia figlia è stata la prima a praticare la "transumanza" delle fragole: a febbraio ha sfruttato le serre dei cugini Mosca di Riva del Garda mettendo a dimora 24.000 piantine molto piccole di fragola delle varietà rifiorenti, oltre che Irma anche Portole e Sant'Andrea.

Ad aprile, aggiunge Stefania, «le ho portate nella mia azienda, ed a maggio ho iniziato il raccolto. Ora si sta raccogliendo il prodotto del secondo fiore, ma sulle piante vediamo anche il terzo ed il quarto. Pensiamo di continuare a raccogliere fino ai primi freddi autunnali a metà ottobre, puntando ad ottenere come minimo 800 grammi per pianta».

Anche le more messe a dimora nel 2009 non vanno molto bene, dopo il raccolto di quest'anno si punta alla sostituzione. La commercializzazione avviene tramite la Gardenfrutta, il cui camion passa tutte le sere a raccogliere il prodotto che viene conservato in cella frigo. E i prezzi? Nell'ultima settimana il prezzo lordo è di 9 euro a platò di 2 chili.

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