In 150 in piazza contro il «mostro»

In tanti hanno risposto «presente» alla processione voluta da Flavio Taufer



PRIMIERO. È difficile metterci la faccia. E nonostante tutto circa 150 "cittadini indignati" si sono dati appuntamento davanti il "mostro di cemento" in costruzione all'entrata di Transacqua, per poi recarsi in corteo davanti alla sede del Comune di Transacqua, dove hanno lasciato le proprie impronte su un cartello che verrà consegnato nei prossimi giorni al sindaco. Si diceva di metterci la faccia.

Certo che se tutti quelli che in questi mesi si sono espressi con rabbia contro quella costruzione fossero venuti alla "processione" promossa da Flavio Taufer, la massa di cittadini partecipanti sarebbe stata di gran lunga superiore a quella presente ieri. "Paura di farsi vedere - afferma un cittadino di Transacqua - una cosa è parlare nei bar e per strada, un'altra è mettersi qui a manifestare e comunque queste persone sono una dimostrazione che c'è sempre qualcuno che ha il coraggio di indignarsi».

Ma osservazioni simili sono state espresse da tanti dei cittadini partecipanti. Ed è sicuramente una delle tante verità che ha accompagnato la "protesta visibile", in contrapposizione ai silenzi che vengono dalla parte di chi amministra Primiero.  Flavio Taufer, megafono in mano, ha guidato la "processione", come lui l'ha chiamata, intercalando qualche "salmo" piuttosto significativo, accompagnato da striscioni del tipo "basta fare c...", "sono queste le Dolomiti?", "non son bauchi del tut", ed altro.

Il corteo ha fatto per tre volte il giro della rotatoria all'ingresso di Transacqua, con polizia locale e carabinieri che vigilavano sul traffico, si è diretto lungo la tangenziale e poi con un cambio di rotta si è portato verso il centro di Fiera che è stato attraversato lungo le vie principali di scorrimento. Tappa veloce davanti alla Cassa rurale e arrivo al Municipio di Transacqua, il cui sindaco è stato più volte toccato dagli strali scritti da Flavio Taufer nei giorni scorsi. Il corteo ha poi ascoltato le poche parole espresse da Flavio Taufer: «Non dirò molto. Di parole ne ho scritte e dette abbastanza in questi giorni e le attestazioni di apprezzamento per quanto espresso su questo "mostro di cemento" sono state molte. Voi avete avuto il coraggio di indignarvi pubblicamente. È un buon segno».

Poi ha invitato i presenti a porre le proprie impronte su un cartello giallo con scritto "Siamo cittadini indignati" e ha passato la parola a Daniele Gubert che ha sottolineato gli ideali ed i compiti delle "vere cooperative", chiedendo ironicamente se essi sono stati rispettati con la costruzione del nuovo centro commerciale. Se si voleva porre il problema di un ambiente più vivibile e di dire finalmente "no" alle speculazioni, coinvolgendo il più possibile i cittadini, si può dire che la "processione" ha raggiunto lo scopo.













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