Il videomessaggio di Forti: «I media, mia sola speranza»

Arriva dal Dade Cotrrectional Institution di Florida City il videomessaggio con cui Chico Forti si appella agli operatori dell’informazione perché non dimentichino il suo caso



TRENTO. Arriva dal Dade Cotrrectional Institution di Florida City il videomessaggio con cui Chico Forti si appella agli operatori dell’informazione perché non dimentichino il suo caso e continuino in quell’opera di sensibilizzazione che può smuovere il rigore del sistema giudiziario americano. Forti, condannato nel 2000 all’ergastolo per omicidio, ha sempre professato la propria innocenza e lo stesso processo al quale è stato sottoposto è apparso a molti osservatori, dall’ex magistrato Ferdinando Imposimato alla criminologa Roberta Bruzzone (che al “caso Forti” ha dedicato un libro), pieno di errori e contraddizioni. Tuttavia il sistema giudiziario americano, che non prevede appello se non in casi di estrema rarità, lo costringe a vivere in cella da 14 anni. Ecco il messaggio di Chico, pubblicato in un video sulla pagina Facebook a lui dedicata: «Qui in America molti casi complessi o dimenticati sono stati risolti grazie all'intervento di televisione e stampa, il cosiddetto quinto potere. Sono 14 anni che sto lottando contro dubbi, perplessità e indifferenza. I vari giudici preposti alle revisioni processuali inspiegabilmente e selettivamente sono divenuti sordi o ciechi. Realisticamente quasi non ho più voce. La mia voce siete voi. Fino a quando parlerete della mia vicenda facendone notare incongruenze e scorrettezze io rimarrò aggrappato a quest'ultimo fragile filo di speranza. La mia libertà è intrinseca alla vostra partecipazione, alla vostra determinazione nel portare alla luce quella polvere che da troppi anni ormai è nascosta sotto il tappeto della giustizia di Miami. Voi, come rappresentanti dei media avete la possibilità di tenere in vita l'interesse dell'opinione pubblica e quella voce che mi manca. Non sono ipocrita e mi rendo conto che già è molto quello che avete fatto, indubbiamente credo in quello che state facendo e sostanzialmente prego per ciò che riuscirete a fare. Un grazie di cuore a voi tutti giornalisti italiani e un abbraccio alla Nazione che mi ascolta».













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