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Il tribunale del riesame dimezza la sospensione a Ricci

TRENTO. Il tribunale del riesame di Trento, presieduto da Guglielmo Avolio, ha dimezzato la sospensione dagli incarichi nei pubblici uffici per il professor Mosè Ricci, non più 12 mesi ma sei. Il...



TRENTO. Il tribunale del riesame di Trento, presieduto da Guglielmo Avolio, ha dimezzato la sospensione dagli incarichi nei pubblici uffici per il professor Mosè Ricci, non più 12 mesi ma sei. Il nome del docente della facoltà di ingegneria di Trento figura nella maxi inchiesta della Guardia di Finanza di Trento sull’ Università, che vede 17 indagati a vario titolo tra docenti, amministrativi e imprenditori esterni. I reati vanno dal falso ideologico alla turbativa d’asta, dall’abuso d’ufficio alla corruzione. Tra gli indagati anche un’impresa. L’illecito aveva visto per Ricci la misura più pesante, l’interdizione per un anno dai pubblici uffici, presso qualsiasi pubblica amministrazione. Il Tribunale del Riesame, con i giudici Giuseppe Serao e Greta Mancini, ha ridotto l’interdizione a sei mesi, per il professore, in quanto quest’ultimo si era già dimesso da alcuni degli incarichi che ricopriva. La maxi indagine riguarda la gestione degli appalti per opere di manutenzione dell’ Università e le modalità di conferimento degli incarichi all’ interno del Dicam. Due i filoni confluiti in un’unica inchiesta: quello degli appalti e quello degli incarichi a ricercatori della facoltà di ingegneria mediante, questa l’accusa già nota, la costruzione di un concorso pilotato per l’assegnazione degli incarichi. Questo concorso pilotato, avrebbe visto quale orditore il professore Mosè Ricci. Il docente avrebbe confezionato su misura quattro bandi per altrettanti suoi architetti collaboratori. Gli indizi di una presunta colpevolezza ci sarebbero, come le mail con copia nascosta ai beneficiari dei bandi che si dovevano approntare. Una trattativa, dunque, sarebbe stata messa in atto, al fine di favorire i collaboratori del professore nell’ottenimento di un incarico dal valore complessivo, per i quattro ricercatori, di 18 mila euro.















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