Il sindaco taglia l’orario della Scaletta 

Andreatta per gli schiamazzi ed i vandalismi nella zona. Il centrodestra: «Bene ma ora proibisca anche l’alcol in strada»



TRENTO. «Birra e champagnone» da una parte. Giusto riposo e l’ esasperazione di fare slalom tra schiamazzi e latrine a cielo aperto dall’altra. Torna l’annosa querelle tra la voglia di movida degli universitari, loro la citazione virgolettata ad’inizio pezzo, e la stanchezza di chi, come “colpa”, ha quella di abitare in centro, perdipiù nella vicinanza di un bar, in questo caso la Scaletta (siamo nella zona del Conservatorio) aperto sino a tardi.

Per la verità adesso la Scaletta dovrà chiudere due ore prima del solito, il Comune ha disposto (intanto sino a marzo) che le serrande del bar, vengano abbassate alle 22.30. Gli studenti universitari tramite i social si lamentano (lo fanno sia Udu Trento che UniTn) e rilanciano sul fatto «che serva un ragionamento complessivo sulla movida, che coinvolga tutti i residenti, studenti compresi».

Ieri intanto il centrodestra comunale (con rappresentanti del consiglio provinciale) ha incontrato la stampa a 30 metri dalla Scaletta: c’era tanta Lega, tutto il M5s di palazzo Thun, la Civica Trentina, Forza Italia e a Progetto Trentino: sapevano già che sarebbe arrivata da lì a poco l’ordinanza del sindaco Alessandro Andreatta con la riduzione dell’orario.

Ma dall’incontro “on the road” è arrivato anche un rilancio, la richiesta di vietare il consumo d’alcolici all’aperto nella zona: «Lo si è fatto anche in diversi parchi pubblici è la risposta, ce lo ha detto il sindaco all’incontro con i capigruppo è stata positiva» hanno commentato i protagonisti.

La Scaletta ha già fatto sapere che, a fronte della riduzione di orario, ha in animo di ridurre i dipendenti. Tutto giusto, per carità, ma è anche vero che a fronte di infinite proteste non si è cercato di mettere argine ad una “movida” che in diversi casi ha assunto colori ed odori non certo condivisibili. Gli abitanti ieri, timidamente, quasi meravigliati di tanta attenzione hanno fatto cappanello vicino ai consiglieri di opposizione in Comune: avevano scritto lettere su lettere, al sindaco, al commissario del governo, persino all’arcivescovo. Avevano scattato foto, video: una sequela di bicchieri, bottiglie, pozze di liquidi organici e non. Persino delle fiorierie alte della via trasformate nella notte in canestri da basket, con gara di schiacciate documentate prontamente sui social.

Quello che accade vicino al Conservatorio ha lo stesso “odore” di quello che si respira, provare per credere, nelle vicinanze della chiesa di San Pietro. Qui la contrapposizione non è però, come si vuole fare credere, tra una città bigotta e sonnacchiosa ed una gioventù che dopo essersi rotta la schiena sui libri vuole bere un bicchiere in allegria. No, qui si parla di maleducazione e vandalismi: lasciare correre tutto solo per «birra e champagnone» non va bene. Poi arrivano le ordinanze: ma dopo anni di preavvisi. Inascoltati.

(g.t.)













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