«Il simbolo non porta voti Ci servono candidati forti»

Il capogruppo Upt Passamani: «A due mesi dalle elezioni un nome nuovo non attrae consensi, la sfida a Trento è avere una lista di persone competitive»


di Chiara Bert


TRENTO. «Non sarà un simbolo nato due mesi prima delle elezioni a portarci voti. I voti li portano i candidati». Il capogruppo Upt Gianpiero Passamani prova a disinnescare lo scontro interno sul nuovo cantiere civico democratico, il progetto di nuova lista voluto da Lorenzo Dellai con cui l’Unione si presenterà alle comunali di maggio a Trento. Nuovo nome e nuovo simbolo che non sono per nulla stati digeriti dalla segretaria e dal suo entourage, nonostante il via libera alla sperimentazione fosse arrivato all’unanimità, un mese fa, dal parlamentino provinciale sotto il pressing dell’ex governatore. È stata la stessa Donatella Conzatti, a margine del convegno organizzato dall’Upt sabato a Rovereto, a stoppare il cantiere dellaiano: «Sarà il coordinamento provinciale a decidere», ha ribadito. «Che beneficio ci porta questo cambiamento di simbolo? Quali interlocutori ce lo chiedono?», si è chiesta la segretaria. Non nascondendo le perplessità su quell’aggettivo associato alla nuova lista, democratico: «L’Upt viene dal popolarismo - ha puntualizzato - se si evoca uno spazio politico diverso dovremo discuterne».

Fibrillazioni non più sotto traccia, dunque, dopo il caso della mail in cui nei giorni scorsi Nicola Ferrante, membro del parlamentino, aveva apertamente accusato la segretaria di boicottare la sperimentazione nel capoluogo sovrapponendo la campagna di tesseramento dell’Upt e disorientando gli elettori. E Dellai non ha nascosto il fastidio di fronte alle ultime dichiarazioni di Conzatti: «Non roviniamo ciò per cui stiamo lavorando con inutili beghe, il popolarismo sta più caro a me che a lei, la sperimentazione è stata votata all’unanimità».

In attesa che sulla nuova lista si esprima il coordinamento, Passamani cerca di gettare acqua sul fuoco: «La preoccupazione - ricostruisce - era che alle comunali a Trento l’Upt perdesse molti consensi, quindi si è deciso di promuovere una lista trasversale. Chiamare il cantiere «democratico» mi sembra chiaramente la volontà di raccogliere consensi in un mondo di centro che guarda a sinistra. Ma oggi, più che discutere sul simbolo, che a due mesi dalle elezioni non porta voto di opinione, ci servono donne e uomini che portino voti». La sfida, per il capogruppo, passa dunque dai candidati che Dellai riuscirà ad attirare verso il nuovo progetto. Per ora gli unici nomi circolati, oltre agli assessori e consiglieri uscenti, sono tre: l’ex assessore comunale ed ex consigliere provinciale Salvatore Panetta (non esattamente un nome nuovo), l’ex dirigente provinciale Claudio Bortolotti (da sempre vicino a Dellai, che nel 2009 lo volle a sfidare Andreatta alle primarie) e Alessandro Dalla Torre, ex segretario di Dellai in Provincia e oggi responsabile Risorse umane di Fbk. Quanto a volti nuovi della società civile, nell’Upt si aspettano qualcosa in più. «Le disponibilità ci sono», hanno assicurato sia Dellai che il coordinatore cittadino Umberto Saloni. «Sappiamo che oggi trovare persone che si impegnano in politica non è facile - ammette Passamani - chi fa politica viene guardato male. Noi non abbiamo il voto di opinione del Pd, quindi servono candidati che portino voti. Il simbolo conta meno. Molti, me compreso, sono ancora affezionati alla Margherita ma il mio voto sarà favorevole alla nuova lista».

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