Il San Camillo va alla guerra dei parti

Lo storico ospedale privato risponde alla campagna «Nascere al Santa Chiara»


Robert Tosin


TRENTO. Crolla un tabù: anche l'ospedale privato San Camillo si fa pubblicità. E lo fa rispondendo alla campagna dell'ospedale pubblico «Nascere al Santa Chiara», in quella che sta diventando una caccia aperta alle partorienti. Lunedì in una conferenza stampa il San Camillo farà sapere a tutti che anche lì si può partorire in tutta sicurezza.

E' una modalità del tutto inedita, questa, dell'"ospedale delle suore", parte integrante della storia sanitaria della città. «Negli ultimi due anni - anticipa il professor Dino Pedrotti, altro pezzo di storia cittadina profondamente legato al San Camillo - ci sono stati dei problemi di comunicazione ma anche degli attriti con l'Azienda sanitaria per via di vicende varie, tra cui quelle sindacali. Il problema è che spesso si presentano al S.Camillo persone che credono che ci sia smobilitazione o che si chiudano sale. Non è così. I pazienti trovano anche qui un ambiente sereno, costruttivo e professionale».

La risposta più immediata è alla campagna «Nascere al S.Chiara», lanciata da poco con l'obiettivo di rendere l'ospedale pubblico il punto di riferimento per tutti i parti trentini, passando velocemente da 1.500 parti a 2.000. Non potendoseli inventare è ovvio che vorrebbe "sfilarli" all'altro ospedale che ha una tradizione da 900 interventi all'anno (passati a 700 dal 2010, poco prima del cambio del primario: il dottor Rosati ha lasciato il testimone nel 2011 al dottor Capobianco). «E' una concorrenza che non ha senso - spiega il dottor Pedrotti - tanto più che ora con l'arrivo del Not l'ospedale pubblico avrà a disposizione 200 posti letto in meno e si dovrà dedicare ad interventi più "specializzati" e complessi, lasciando la normale amministrazione, se vogliamo definirla così, agli altri ospedali. A maggior ragione, quindi, il ruolo del San Camillo sarà importante, come è sempre stato, in un discorso di rete e di servizio sanitario sul territorio, pur lasciando al nuovo ospedale competenze più mirate e complesse. Questa strategia, dunque, mi pare poco avveduta».

E così l'ospedale privato esce allo scoperto, cambiando le sue abitudini fatte di discrezione e riservatezza, e scende in campo con la campagna «Nascere al San Camillo». L'obiettivo è dare informazioni chiare al pubblico sull'offerta sanitaria e sul fatto che si può partorire in tutta sicurezza e comfort anche in via Giovanelli.













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