«Il S. Lorenzo è un nostro sacro diritto»

Il sindaco di Borgo duro contro la ministro Lorenzin: «Difenderemo un ospedale certificato con il bollino verde»


di Marika Caumo


BORGO. Sale la preoccupazione all'indomani della notizia che il Ministero della salute ha inserito l'ospedale di Borgo (insieme a quelli di Cles, Cavalese e Tione per quanto riguarda la provincia di Trento) nella lista dei piccoli ospedali a rischio chiusura in quanto aventi meno di 120 posti letto (sono 72 quelli del San Lorenzo) e quindi non sostenibili, "inefficienti e costosi". E scattano polemiche e prese di posizione.

Il sindaco Fabio Dalledonne se la prende con il governo Letta: «Freddi calcolatori, puro calcolo ragionieristico, zero conoscenza del territorio. Sono solo alcuni degli ingredienti che caratterizzano le ricette miracolose in uscita dal Governo "misto" e di transizione in corso». Spiega di aver apprezzato le parole del presidente Ugo Rossi (che - Trentino di ieri - ha smentito la possibilità, rassicurando che il piano del Ministero non può essere applicato in Provincia) e ricorda che la sanità è una delle materie di cui il Trentino ha piena competenza. «Ma spiace osservare che ad ogni occasione il nostro Trentino viene sistematicamente posto sotto attacco. Sull'ospedale di Borgo, specificatamente, si può dire che la guerra va avanti da parecchi anni, ma non ci arrenderemo così facilmente - prosegue -. L'essere apostrofati come "inefficienti e costosi" urta la suscettibilità e l'orgoglio di chi, ogni giorno, ci lavora, ci fatica, ci soffre, tutti indistintamente, convinti del fatto che l'ospedale del nostro territorio va difeso e salvaguardato». E ricorda alla ministro Lorenzin che «l'organizzazione mondiale della sanità-ufficio regionale per l'Europa, aveva certificato per gli anni 2002-2006 che il San Lorenzo era un ospedale da "bollino verde" per la promozione della salute. Assurdo che dopo cento anni di onorata storia a servizio della salute pubblica, qualcuno, per rimediare ai colossali buchi degli anni Ottanta, pretenda ora di chiudere questi piccoli ed efficienti presidi del territorio. Il mio timore è che questi continui attacchi inducano una sorta di gravissima e pericolosa decadenza nella qualità di servizio e di prestazione, una decadenza motivazionale della dirigenza e del personale. Non lo accetto». E conclude: «Fermo restando che il Governo non potrà fare come con i già chiusi tribunali periferici, invito tutti a sostenere l'amministrazione comunale nel non facile compito di difendere un sacro diritto per la Valsugana che si chiama ospedale civile San Lorenzo».













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